Mistero aree Expo: c’è una fiduciaria che ha in mano il 7%

Mentre si litiga tra comodato e acquisto, accanto ai Cabassi spunta un socio occulto: nella società proprietaria dei terreni di Rho-Pero c’è un "alleato" svizzero. Ma solo la Banca del Ceresio conosce i nomi dei nuovi azionisti

Mistero aree Expo: 
c’è una fiduciaria 
che ha in mano il 7%

Un re dei supermercati, un po’ di banche,un folto grup­po di veterani del mattone, i quattro eredi di un grande vec­chio dell’imprenditoria lom­barda: è variegato l’elenco de­gli spettatori che guardano con interesse particolare alle decisioni in dirittura d’arrivo sui terreni dell’Expo 2015. So­no i proprietari dei terreni su cui partirà una delle operazio­ni immobiliari più imponenti mai realizzate in Lombardia. E accanto a tanti nomi noti, c’è anche un signore senza volto. Anche lui è padrone di una fet­ta delle aree. Ma il suo nome è nascosto dietro lo schermo di una fiduciaria svizzera, con­trollata dalla Banca del Cere­sio, che sul suo sito internet vanta l’assolta riservatezza co­me il servizio più importante fornito ai propri clienti. Il nome del fortunato, dun­que, ufficialmente non si sa. Ma si sa che anche per lui l’Expo sarà un bell’affare: so­prattutto se - sull’onda delle difficoltà di cassa degli enti pubblici milanesi - prevarrà la linea sostenuta dal sindaco Le­tizia Moratti, con i terreni pre­stati a costo zero all’Expo e su­bito dopo restituiti ai proprie­tari, trasformati da agricoli a edificabili con un tasso che arti­coli (mai smentiti) di due anni fa indicavano addirittura nello 0,60 a metro quadro. Ad aspettare con comprensi­bile ansia la decisione sono i tre grossi soggetti che control­lano le aree interessate al­l’evento: Fiera Milano, Casci­na Merlata spa e Belgioiosa srl. La prima è sostanzialmente in mano alla Regione. La secon­da è un affollato rassemble­ment dove la parte del leone ­oltre a costruttori storici come i Botta e i Borio Mangiarotti- la fa, con il 60 per cento, Euromi­lano: nel cui pacchetto aziona­rio sta, accanto a Unicredit, la Canova 2007, ovvero il vec­chio Marco Brunelli, fondato­re insieme ai Caprotti dell’Es­selunga e dei Gs, e poi degli Iper. Per inciampare nella fiducia­ria e nel suo misterioso cliente, bisogna invece arrivare a fruga­re nel terzo soggetto che con­trolla centinaia di migliaia di metri quadri nella zona di Rho-Pero: ovvero la Belgioiosa srl. La società è controllata al 100 per cento da una spa, dal poeti­co nome "Raggio di luna", che altro non è che la holding di fa­miglia dei Cabassi: ovvero dei discendenti del grande Pino Cabassi, el sabiunatt , l’ex com­merciante di ghiaia divenuto uno dei protagonisti del boom edilizio di Milano. La Belgioio­sa, in realtà fino a un paio d’an­ni fa era controllata da un’altra società di nome Sintesi, fatta sparire dai Cabassi in una ope­razione che i giornali finanzia­ri h­anno spiegato come un ac­corciamento della catena di controllo.Sta di fatto che,in oc­casione dell’operazione Sinte­si, la stampa specializzata indi­cava che il pacchetto di con­trollo della Raggio di Luna sta per intero nelle mani dei quat­tr­o fratelli Cabassi: il 28 per cen­to a testa per Marco e Matteo, il 22 per Maria Chiara e Maria Gabriella. In realtà se oggi si va a frugare nell’azionariato del­la Raggio di Luna si scopre che c’è un quinto incomodo: delle 40.630.100 azioni della socie­tà, i fratelli Cabassi ne control­lano 37.533.000. Mancano al­l’appello 3.097.

100 azioni, che sono esattamente quelle in mano alla fiduciaria ticinese. Se anche quelle sono in mano ai Cabassi, che bisogno c’era di isolarle dietro a uno scher­mo? E se sono in mano a qual­cun altro, chi è il fortunato?

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