Il «modello» Baviera: in classe serve l’interprete

Berlino L’esperienza peggiore che può capitare ad un insegnante della Germania del nord è di essere trasferito in un paesino della Baviera dove nelle scuole la lingua d’uso non è il tedesco ma il «boarisch», il dialetto bavarese. Per la verità accade di rado perché le autorità scolastiche della Baviera, orgogliosissime delle loro tradizioni, cercano di tenere lontani gli insegnanti provenienti da altri länder. Ma quando accade sono dolori. Ne sa qualcosa Stefan Liebkind, insegnante di inglese e di storia dell’arte, catapultato dal suo land, la Saar, ai confini con la Francia, in una scuola della campagna bavarese senza sapere neppure una parola di «boarisch».
Le difficoltà emersero fin dal primo giorno. Lui parlava «hochdeutsch», il tedesco colto, e gli scolari, anche quando capivano, insistevano nel rispondere in dialetto perché per loro era più facile e perché così erano abituati. Per superare la barriera di incomunicabilità decise di ricorrere ad un interprete che gli fu messo a disposizione dalla scuola ma solo per qualche settimana. Finita l’assistenza dell’interprete, si rivolse al Kultusministerium, il ministero della Pubblica Istruzione di Monaco, per sapere come doveva regolarsi. Ma non ebbe nessun aiuto. Anzi le autorità scolastiche gli risposero che l’uso del dialetto deve essere incoraggiato perché fa parte del patrimonio culturale della Baviera e rafforza l’identità bavarese.
Alla fine l’insegnante catapultato dalla Saar, disperato, si è messo a studiare il «boarisch» con l’aiuto stesso dei suoi alunni che ogni giorno gli davano un foglietto con cinque parole in bavarese. E così ha imparato che quando uno scolaro si alza e dice «kon i as gan» vuol dire «kan ich hinausgehen» (posso uscire), che «oise» significa «alles» (tutto), che «bladl» equivale a «blatt» (foglio) e «scha» a «schere» (forbice).
Liebkind ha raccontato a Der Spiegel la sua esperienza di straniero in patria. E il suo racconto ha contribuito a rilanciare il dibattito sul dialetto nelle scuole. Un dibattito che per la verità riguarda solo la Baviera perché nessun altro land prevede l’uso del dialetto nelle scuole. Ma la Baviera è sempre stato un land molto attaccato alle proprie tradizioni. Intanto guai a chiamarlo land perché la denominazione ufficiale è Frei Staat Bayern (libero Stato della Baviera), ha una sua costituzione, sue rappresentanze all’estero, una sua ex casa reale che pur avendo perso il trono è molto presente nella vita bavarese e rispetto agli altri länder gode di una ampia autonomia.
Tuttavia anche nella orgogliosissima Baviera ci sono voci discordanti sull’opportunità di un uso eccessivo del dialetto nelle scuole. Gli esperti della materia hanno più volte segnalato che gli studenti delle zone dove a scuola la lingua d’uso è il dialetto (prevalentemente le campagne) hanno poi difficoltà ad integrarsi quando si trasferiscono in altri laender.

E di questo parere è lo stesso presidente dell’associazione degli insegnanti bavaresi Klaus Wenzel che ha lanciato una proposta di compromesso: sia permesso agli scolari di parlare il boarisch tra loro anche in classe ma usino il tedesco quando si rivolgono agli insegnanti. Se sarà accettata dal Kultusministerium sarà un freno al dialetto nelle scuole.

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