nostro inviato a Tolcinasco (Milano)
Il cappellino di Molinari, l'asciugamano di Molinari, la pallina di Molinari. Persino quella pallina beffarda che, alla 18, è andata oltre la buca, davanti alla tribuna più gremita dell'Open d'Italia . I bambini lo assediano per strappargli un gadget, un autografo. Le gente scandisce il suo nome finché lui è costretto a metter fuori il capo dal gabbiotto dei referee, dove ha appena consegnato lo score. Allora Francesco Molinari ha vinto? No, ha vinto lo spagnolo Gonzalo Fernandez-Castano come vi racconteremo fra poche righe. Molinari non ha vinto, non ha rivinto il torneo che l'anno scorso lo proiettò nel firmamento dei campioni. Ma ha convinto. Eccome se ha convinto. Perchè ha inseguito, lottato, stupito. Come avrebbe potuto fare un Pantani dei tempi sereni. O uno Schumacher di ieri. O, per citare un altro idolo dei ragazzini, un Valentino Rossi di oggi. Ma Chicco Molinari e la sua sensazionale galoppata verso la cima della classifica con un eccellente 65 che gli fa segnare un totale di 201 (terzo posto diviso con altri tre giocatori) sono soltanto un tassello, un tassello in più dell'Open agonisticamente più esaltante e ricco di colpi di scena che si potesse mai archiviare.
Tutto il contrario di ciò che avrebbe dovuto e potuto far presagire un torneo ridotto di diciotto buche per le altalenanti bizzarrie atmosferiche che avevano fatto storcere il naso a più d'uno. Tutto il contrario perché il massimo torneo professionistico ospitato nel nostro Paese invece ieri ha costretto tutti a tenere la bocca aperta solo per lo stupore di godersi una gara in volata. Una volata prima a cinque, Molinari compreso, poi a tre, a quattro fino allo spettacolo dei play-off, ovvero lo spareggio testa a testa, buca contro buca, tra lo spagnolo Gonzalo Fernandez-Castano e l'austriaco Markus Brier, protagonisti della grande domenica golfistica nazionale, dopo che avevano chiuso le loro 54 buche con il medesimo, complessivo score di 200, sedici colpi sotto il par. Facile intuire come questo supplemento di gara non solo abbia galvanizzato gli animi degli oltre diecimila spettatori dell'Open ma abbia, per usare le parole del presidente del comitato organizzatore, Donato Di Ponziano, «aggiunto un plusvalore ad un torneo che ha centrato tutti gli obbiettivi, e si è trasformato in una festa dello sport». Festa grande prima e soprattutto per el señor Gonzalo, 27 anni di Madrid, che con la vittoria al Telecom Italia Open conferma il trend positivo cominciato nel 2005 di almeno una vittoria all'anno. Il play-off in cui ha bruciato sul filo di lana l'austriaco Markus Brier gli consente, particolare tutt'altro che trascurabile, di intascare anche un assegno di 283 mila euro e spicci.
Nella classifica degli italiani dopo Francesco l'altro Molinari, Edoardo 30° , Canonica 37°, Bruschi 60° e Reale 65°.
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