Molise, Di Pietro candida il figlio alle Regionali Defezioni nel partito: "Concezione familistica"

Bufera nell'Idv dopo che l'ex pm ha deciso di piazzare il figlio Cristiano in lista alle elezioni regionali in Molise che si terranno il prossimo mese. E spiega: "Ci sono figli e figliastri, c’è differenza tra il 'trota' Bossi ed il figlio di Di Pietro". Ma a Termoli la base si infuria e lascia il partito per protesta: "La lista composta di candidati 'deboli' proprio per favorire l'elezione del figlio del leader". E' bagarre

Molise, Di Pietro candida il figlio alle Regionali 
Defezioni nel partito: "Concezione familistica"

TermoliI figli so' piezz 'e core. Anche per Antonio Di Pietro. Tanto che il leader dell'Idv ha deciso di piazzare il figlio Cristiano in lista alle prossime elezioni regionali in Molise che si terranno il prossimo mese. Dopo aver tanto insultato il leader leghista Umberto Bossi per aver piazzato al Pirellone il figlio Renzo (detto il Trota), l'ex pm fa la stessa cosa e manda su tutte le furie la base del partito. "Di Pietro come Bossi, accomunati dalla stessa concezione familistica e privatistica della politica", hanno denunciato i componenti del circolo Idv di Termoli abbandonano il partito per protestare contro la candidatura di Di Pietro junior.

Qualche mese fa, alla domanda provocatoria se anche Cristiano si sarebbe candidato alle regionali, Di Pietro aveva ghignato e si era limitato a rispondere: "Ci sono figli e figliastri, c’è differenza tra il 'trota' Bossi ed il figlio di Di Pietro. Cristiano ha iniziato la sua carriera politica come consigliere comunale, poi consigliere provinciale, se vorrà candidarsi alle regionali sarà una scelta del tutto personale e non perché figlio di". Sarà! Ma la base non ha affatto gradito e le polemiche, dai mugugni iniziali, si sono trasformate in vere e proprie defezioni contro il leader che predica bene, ma razzola male, anzi malissimo. La base dell'Italia dei Valori ha, infatti, espresso "risentito dissenso" per la candidatura, figlia della stessa "concezione familistica e privatistica che presumibilmente ha mosso Bossi a candidare e a far eleggere il figlio al consiglio regionale della Lombardia".

Proprio per protestare contro la gestione del partito, l’intero circolo ha deciso di "interrompere la propria esperienza politica con l’Italia dei valori" riconfermando la loro appartenenza al centrosinistra. "Speriamo che le prossime elezioni regionali possano essere occasione di un reale cambiamento della politica nel Molise". A far esplodere la protesta tra i dirigenti e gli iscritti termolesi non è soltanto la scesa in campo di Di Pietro junior, ma la composizione della lista con candidati ritenuti "deboli" proprio per favorire l'elezione del figlio del leader. "Avevano chiesto - dicono gli ex iscritti - di inserire personalità che avrebbero portato voti e qualità". Tra queste ci sarebbe, per esempio, Vincenzo Greco, stimato notaio ed ex sindaco della città. "Nessuno ci ha mai dato una risposta - tuonano - poi vediamo che si accolgono esponenti di altri partiti, come uno dei candidati alle primarie del Pd. Se il fosso lo saltano gli altri verso l’Idv per Di Pietro va bene, diversamente il partito mette veti e pregiudiziali. Questa visione strabica della politica non ci piace".

Immediata la reazione del partito che "censura" il dissenso della base e rifiuta il mea culpa sulla gestione delle liste elettorali. "Ci rammarica, questa presa di posizione", ha spiegato il segretario regionale del Molise, Pierpaolo Nagni, spiegando che i motive dell'attacco sono altri dal momento che a rappresentare il territorio c’è Antonio D’Ambrosio. "Attaccarsi al nome di Cristiano Di Pietro, che fa politica da tanto tempo, è solo un triste tentativo di spostare l’attenzione". Non solo.

Anche l'ex pm prova a discolparsi dalle accuse della base: "Mio figlio ha fatto e deve fare tutte le trafile, al pari degli altri. Non potrà mai ottenere, almeno fino a quando sarò vivo io, un posto in nome o per conto del partito, con listini e quant’altro". Ma il dissenso resta.

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