11 settembre, Obama pone il veto e salva l'Arabia Saudita

Obama: “Ho profonda stima per le famiglie delle vittime, ma il Justice Against Sponsors of Terrorism Act non proteggerebbe gli americani dai terroristi". Il Congresso deve ora ottenere una maggioranza dei due terzi alla Camera e al Senato.

11 settembre, Obama pone il veto e salva l'Arabia Saudita

Barack Obama, poche ore prima che diventasse esecutivo, ha posto il veto al disegno di legge bipartisan che permetterebbe alle famiglie delle vittime dell’11 settembre di citare in giudizio l'Arabia Saudita nei tribunali americani.

Quindici dei 19 dirottatori erano cittadini sauditi. Secondo Barack Obama, il veto era già stato annunciato dal presidente degli Stati Uniti, il Justice Against Sponsors of Terrorism Act potrebbe avere conseguenze imprevedibili. L’amministrazione Obama teme pericolose ripercussioni giuridiche per una norma ritenuta in contrasto con quanto previsto dall’immunità sovrana, creando una pericolosa eccezione. In vigore dal 1976, la dottrina dell’immunità sovrana sancita dal Foreign States Immunities Act, disciplina l’immunità degli Stati esteri dalla giurisdizione americana.

Il Justice Against Sponsors of Terrorism Act avrebbe autorizzato tutti i procedimenti giuridici contro l’Arabia Saudita. Nello specifico, il Justice Against Sponsors of Terrorism Act modificherebbe una legge internazionale di lunga data relativa all'immunità sovrana. L’Arabia Saudita, alleato chiave degli Stati Uniti in Medio Oriente, si è opposto con forza al disegno di legge. Il Ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, comunicando la posizione del proprio paese, ha paventato la possibilità di ritirare tutti i capitali, stimati in miliardi di dollari, investiti nelle attività finanziarie statunitensi. Una quota di 750 miliardi di dollari in titoli del Tesoro ed in altre attività finanziarie americane sul mercato mondiale che l’Arabia Saudita sarebbe disposta a riportare in patria.

Obama, esercitando il suo potere di veto, ha anche inviato una lettera al Senato: “Ho profonda stima per le famiglie delle vittime degli attacchi terroristici dell'11 settembre del 2001 che hanno sofferto gravemente. Apprezzo il loro desiderio di perseguire la giustizia, ma la JASTA (Justice Against Sponsors of Terrorism Act) non proteggerebbe gli americani dai terroristi, né migliorerebbe l’efficacia delle nostre risposte agli attacchi. Sarebbe dannosa per gli interessi nazionali degli Stati Uniti. Questo il motivo per cui pongo il veto”.

Il disegno di legge è nuovamente al Senato. Per superare il veto presidenziale, il Congresso dovrebbe ottenere una maggioranza dei due terzi alla Camera e al Senato. Storicamente, tranne pochissime eccezioni, il veto del presidente pone fine ad un processo legislativo. Eppure, con i legislatori desiderosi di tornare a casa per la campagna elettorale in vista delle elezioni di novembre, un nuovo voto potrebbe arrivare già martedì prossimo.

Adesso è una questione di numeri.

Qualora il Congresso dovesse ottenere una maggioranza dei due terzi alla Camera e al Senato, il Justice Against Sponsors of Terrorism Act diverrebbe esecutivo. E sarebbe una grave sconfitta politica per il presidente.

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