Isis brucia 19 donne curde

19 donne curde che non hanno accettato di essere le schiave sessuali dei miliziani dell'Isis sono state bruciate vive in piazza a Mosul davanti a centinaia di persone

Donne yazide liberate dall'Isis nei dintorni di Kirkuk, in Iraq
Donne yazide liberate dall'Isis nei dintorni di Kirkuk, in Iraq

L'Isis si è reso artefice di una nuova brutalità. L'orrore è divenuto oramai un marchio di fabbrica del Daesh e questa volta le vittime della crudeltà dei miliziani di Al Baghdadi sono state 19 donne curde che a Mosul sono state rinchiuse in gabbie e poi bruciate vive, in piazza, davanti a una folla di centinaia di persone.

Un rogo raccapricciante di un medievalismo che sta ritornando a bussare alle porte del Medio Oriente attraverso gli uomini in nero. A raccontare la tragedia e a spiegare il perchè del gesto è stata l'Unione Patriottica del Kurdistan che attraverso un testimone e una fonte locale ha fatto sapere che le donne sono state uccise perchè si sono rifiutate di diventare le schiave sessuali dei miliziani.

Il racconto della fonte locale prosegue dicendo che l'esecuzione è stata infernale e che nessuno ha potuto fare nulla per salvare le prigioniere.

Un problema, quello della condizione delle donne nei territori controllati dallo Stato Islamico che torna quindi alla ribalta delle cronache: una tragedia senza fine apparente fatta di esecuzioni, violenze e schiavismo.

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