Tutta colpa di Donald Trump? L'America continua a bruciare, devastata dai roghi. In particolare, come riportato dall'agenzia LaPresse, le fiamme da giorni non danno tregua a California, Oregon e Stato di Washington: in tutto sono morte almeno 15 persone e milioni di acri di terra sono andati distrutti. Nei giorni scorsi, più di 100 incendi in 12 stati hanno inghiottito oltre 4,3 milioni di acri, secondo l'agenzia governativa per la gestione dei roghi: l'equivalente di un territorio grande quasi quanto lo Stato del New Jersey. Tra gli incendi, quello divampato nel nord California ha assunto dimensioni tali da renderlo il più grande della storia dello Stato: causato da un fulmine lo scorso 17 agosto, è costato la vita ad almeno 10 persone, ha inghiottito da solo circa 470mila acri di terreni ed è stato contenuto solo per il 24% della sua estensione. Le foto satellitari pubblicate da Fox News sono impressionanti: l'immagine, twittata dal National Weather Service Weather Prediction Center, mostra il fumo che si estende dalla California fino al Michigan, passando per l'Oregon.
Tutti contro Trump: "Un negazionista"
Per i seguaci del climaticamente corretto e per i democratici, che vogliono strumentalizzare il divampare dei roghi per attaccare il "negazionista" Donald Trump, è tutta colpa dei cambiamenti climatici. "Quella che stiamo vivendo è una crisi climatica esistenziale" ha sottolineato su Instagram il governatore della California, Gavin Newsom. "Se non credi ai cambiamenti climatici" ha osservato in un altro post, allora "vieni in California". Il New York Times attacca a viso aperto il Presidente Usa, sottolineando che quando lunedì il presidente Trump volerà in California per l'emergenza roghi, si troverà faccia a faccia con le "tristi conseguenze di una realtà che ha ostinatamente rifiutato di accettare: gli effetti devastanti del riscaldamento del pianeta". Il Presidente, scrive il Nyt, ha usato ha usato la sua carica in modo aggressivo a favore della combustione di combustibili fossili, principalmente "annullando o indebolendo ogni importante politica federale intesa a combattere le emissioni pericolose". Allo stesso tempo, Trump ei suoi alti funzionari ambientali hanno regolarmente "preso in giro, negato o minimizzato" la scienza e la tesi sui cambiamenti climatici causati dall'uomo.
"Non è colpa dei cambiamenti climatici"
Ma è davvero tutta colpa dei cambiamenti climatici? Gli esperti sono più divisi di quanto non dica il New York Times. E la causa di un fenomeno come questo non è mai una sola. Lo scorso gennaio, intervenendo alla conferenza annuale del Consiglio nazionale per la scienza e l'ambiente a Washington Dc, Scott Stephens, professore di scienze presso l'Università della California, Berkeley, ha affermato che forse il 20-25% dei danni causati dagli incendi è derivato dal cambiamento climatico, mentre "il 75 per cento è derivato dal modo in cui gestiamo le terre e sviluppiamo il nostro paesaggio". Stephens ha notato che nei secoli passati gli incendi erano molto più diffusi di quanto non lo siano oggi e hanno svolto un ruolo vitale nell'ecosistema della California aiutando a diradare le foreste. Nel XVIII secolo, ad esempio, quando la California era occupata da comunità indigene, gli incendi avrebbero bruciato circa 4,5 milioni di acri all'anno, ha rimarcato Stephens, mentre dal 2013 al 2019 gli incendi hanno bruciato una media di appena 935.000 acri all'anno in California. Anche nel 2018, l'anno peggiore per gli incendi in California, i roghi hanno consumato solo 2 milioni di acri.
Le responsabilità degli ecologisti radicali
"Il fuoco era importante quasi quanto la pioggia per gli ecosistemi", ha detto Stephens. Jennifer Montgomery, direttore della California Forest Management Task Force, ha affermato che il cambiamento climatico non ha causato incendi, ma li ha "accelerati" creando un clima più caldo e secco che ha aggravato gli incendi naturali. "Il cambiamento climatico è un amplificatore per i sistemi naturali e gli eventi naturali", ha detto Montgomery. Importanti responsabilità del divampare dei roghi le hanno più che altro proprio gli ecologisti e i loro "amici" democratici. Come riporta Libero, un'inchiesta del 1999 dell'Associated Press spiegava come al tempo gli esperti di silvicoltura, gli ambientalisti e l'industria del legname concordarono sul fatto che, per prevenire i roghi, fosse necessario bruciare il sottobosco con incendi controllati, come si era fatto anche in passato, e autorizzare una raccolta contingentata del legname.
Nulla di tutto questo, però, è stato fatto negli ultimi vent'anni, proprio a causa degli ambientalisti, contrari a qualsiasi intervento dell'uomo e alle politiche del partito democratico nella sua roccaforte. Con i risultati che tutti oggi vediamo non solo in California ma anche negli altri Stati americani colpiti dai roghi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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