L'ambasciata Usa ai cittadini americani in Iraq: "Lasciate immediatamente il paese". La decisione successiva al raid aereo contro un convoglio all'aeroporto della capitale irachena su cui viaggiava il generale iraniano Qassem Soleimani. Da Teheran arriva la minaccia di vendetta. Nella nota dell'ambasciata si invitano i cittadini a lasciare il paese per via aerea e dove ciò risulti impossibile a recarsi in altri paesi via terra si legge sul Tgcom. L'importante, per la sicurezza, è abbandonare quanto prima l'Iraq.
Lo stesso segretario di stato Pompeo ha condiviso un video qualche ora attraverso il suo profilo ufficiale Twitter in cui si congratula per l'operato del presidente Trump inneggiando alla libertà ritrovata dal Medio Oriente dopo la morte del potente generale Soleimani
Iraqis — Iraqis — dancing in the street for freedom; thankful that General Soleimani is no more. pic.twitter.com/huFcae3ap4
— Secretary Pompeo (@SecPompeo) January 3, 2020
Tra gli scenari possibili c'è la concreta possibilità che gli Usa scendano in guerra con l'Iran, tutti i vertici militari del paese convocati. Teheran ha definito il raid americano un "Atto di terrorismo internazionale culminato con l'assassinio del generale Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaida. Ciò è estremamente pericoloso e sicuramente genererà una folle escalation", tramite la voce del ministro degli esteri iraniano Javad Zarif. Il tutto durante le giornate in cui l'ambasciata statunitense ha subito assalti nel paese e Teheran e Washington si sono rimpallate le responsabilità per quanto avvenuto nella sede diplomatica Usa. Il potentissimo generale sembra fosse stato mandato a Baghdad per cercare di aiutare il governo locale a spegnere le proteste che si stavano generando da parte degli iracheni contro l'Iran. Una sorta di "consulenza" di Teheran che doveva fornire il massimo supporto visto che lo stesso è stato tra le figure di spicco del medio oriente. Il raid aereo, che ha ricevuto il via libero del presidente Donald Trump, è stato assestato in Iraq ma con l'intento di colpire l'Iran visto che il convoglio aveva a bordo altissimi dirigenti delle Pmu oltre allo stesso Soleimani.
Questo attacco è l'epilogo del contrasto sempre più forte tra Usa e il paese guidato dagli ayatollah mentre lo stesso Pentagono conferma che "L'ordine di attaccare il convoglio è partito direttamente dallo Studio Ovale" , dunque dal presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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