L'antisemitismo è tornato. Dalle allarmate dichiarazioni di Papa Francesco - il pontefice argentino ha dedicato due interventi di questa settimana alla questione - alle preoccupazioni sollevate da tanti esponenti politici tedeschi dopo alcuni recenti fatti di cronaca: sembra di poter notare come il popolo ebraico, anche nel Vecchio Continente, non possa più dirsi al sicuro, nonostante gli insegnamenti che l'Europa dovrebbe trarre dal suo passato.
Ma la ricomparsa del fenomeno dipende solo dalla diffusione delle ideologie estremiste? Pensare che l'intolleranza religiosa stia attecchendo solo a destra, e nello specifico in alcuni emisferi del campo massimalista, sembra davvero riduttivo. Sono i dati, nella loro natura complessiva, a suscitare perplessità ed angoscia. Basti pensare a come un cittadino tedesco su quattro abbia "pensieri" negativi nei confronti degli ebrei. La politica, in generale, può avere delle responsabilità, ma solo in parte. Per comprendere i perché di questo salto indietro nella storia, bisogna tenere a mente una serie di disamine.
Quella di Ugo Volli, per esempio, che ha rimarcato come l'islam estremo giochi un ruolo decisivo all'interno di questa dinamica. Ugo Volli non è un analista tra tanti: sino al 2012 ha ricoperto l'incarico di presidente della sinagoga riformata Lev Chadash. Le dichiarazioni che il triestino ha rilasciato a La Verità, insomma, devono essere prese molto sul serio. La valutazione fatta dal semiologo è tanto lineare quanto certosina: "Le comunità ebraiche in Europa - ha detto Volli al quotidiano citato - sono minacciate principalmente dagli islamisti, che rappresentano una minaccia per motivi sia religiosi sia politici". Il focus, insomma, va posto sul fondamentalismo islamico. ù
E il cosiddetto "allarme fascismo"? L'intellettuale è altrettanto preciso e lapidario: trattasi di "speculazione politica", che deriva dalla perdita della "capacità d'attrazione" da parte di alcune formazioni politiche.
Non sono queste le prime considerazioni che cercando di allargare il campo, evitando di banalizzare sintomi poco rassicuranti. Il filosofo Alain Finkielkraut, qualche giorno fa, ha definito "un errore usare questi terribili episodi per proibire ogni critica sull'immigrazione".
C'è la sensazione, insomma, che l'antisemitismo possa essere addirittura strumentalizzato per evitare che, in specie a destra, vengano portate avanti istanze contrariate attorno ad altri temi, quali quelli inerenti alla gestione dei fenomeni migratori. E poi c'è la sinistra.
Alcuni commentatori, poi, tra quelli che appartengono per lo più al fronte conservatore, hanno spesso messo in evidenza come l'immigrazione incontrollata possa fare da cavallo di Troia per la messa in discussione delle radici giudaico-cristiane. Se non altro perché molte delle persone che cercano un futuro nel Vecchio Continente professano la confessione musulmana. Siamo nel campo delle indagini sulla futura e prospettica natura minoritaria del cristianesimo.
Tornando all'intervista rilasciata da Volli, vale la pena specificare come
l'accademico abbia sostanzialmente bocciato pure l'iniziativa della "commissione Segre". L'ex presidente della sinagoga riformata Lev Chadash ha anche parlato di "censura". E non lo ha fatto partendo da posizioni sovraniste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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