Niente da fare. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro gli attacchi chimici in Siria non è passata. Decisivo il veto posto dalla Russia, fedele alleata di Assad. Presentata da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, la risoluzione condannava l'uso di armi chimiche da parte di Damasco e chiedeva al regime di cooperare con l'inchiesta aperta su quanto accaduto, fornendo libero accesso ai dettagli delle loro operazioni nel giorno dell'attacco.
Il testo ha ricevuto 10 voti a favore, 3 astenuti e due voti contrari, della Bolivia e della Russia. Mosca ha affermato il suo diritto di veto come membro permanente. E in virtù delle regole dell'Onu il veto posto da un membro fisso del Consiglio è sufficiente a bloccare ogni decisione. "Per l'ottava volta la Russia ha usato il suo veto per proteggere il regime siriano", ha commentato l'ambasciatore britannico alle Nazioni Unite, Matthew Rycroft. La Cina, che aveva posto il veto nelle precedenti risoluzioni sulla Siria dall'inizio del conflitto, si è astenuta, come l'Etiopia e il Kazakhstan (GUARDA IL VIDEO).
Poche ore prima, a Mosca, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, dopo aver incontrato l'omologo americano, Rex Tillerson, aveva convenuto sulla necessità di avere un'indagine "approfondita" da parte dell'Onu sugli attacchi chimici su Khan Shaykhun, così come sul raid americano sulla base siriana di Shayrat.
Lavrov aveva sottolineato ancora una volta che non vi sono prove che sia stato Assad a ordinare l’attacco chimico. Ma aveva assicurato che Mosca avrebbe usato la propria influenza per convincere il leader siriano a collaborare con l’Onu sebbene "sia chiaro che l’arsenale chimico è oggi in mano ai terroristi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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