18enne pachistano confessa: è lui l'attentatore di Parigi

Il pachistano arrestato ha ammesso di avere compiuto l'attacco all'arma bianca come ritorsione alla recente iniziativa provocatoria di Charlie Hebdo

18enne pachistano confessa: è lui l'attentatore di Parigi

Il 18enne pachistano arrestato dalla polizia francese in quanto sospettato di essere coinvolto nell'attentato di Parigi di ieri, consumato nei pressi della vecchia sede di Charlie Hebdo, ha confessato la propria reponsabilità nell'attacco. A suo carico vi era l'accusa di avere causato il ferimento di quattro persone, di cui due in modo grave, utilizzando come arma una mannaia da macellaio. Il ragazzo, arrivato in Francia tre anni fa come minore non accompagnato, era stato arrestato poco dopo l'attacco, ritenuto costantemente dagli inquirenti come il principale indiziato per il fatto di sangue. In realtà, questi era stato già a giugno fermato dalla polizia d'Oltralpe, poiché trovato in possesso di un cacciavite. Tuttavia, lo stesso era stato subito rilasciato e, fino a oggi, non risultava inserito nella lista di soggetti sensibili al fenomeno terroristico o inclini alla radicalizzazione.

Secondo fonti vicine alle indagini interpellate da numerose agenzie di stampa locali, il 18enne, ancora coperto da anonimato, si sarebbe oggi "assunto la responsabilità della sua azione". Egli avrebbe anche rivelato il significato e lo scopo del suo attacco alla'rma bianca, presentandolo come una ritorsione per la recente iniziativa provocatoria promossa da Charlie Hebdo. Nei giorni scorsi, la rivista satirica transalpina aveva infatti, in concomitanza con l'inizio del processo per l'attentato perpetrato nel 2015 contro la propria redazione, ripubblicato tutte le vignette e le caricature ironiche su Maometto e sull'islam che iavevano in passato reso il settimanale parigino bersaglio di minacce jihadiste. Ad avviso delle medesime fonti, l'aggressore "non ha sopportato" quei disegni di scherno sul profeta sbattuti in prima pagina di recente sul settimanale. Le testate transalpine, inoltre, puntualizzano che il soggetto incriminato, che parla male il francese e l'inglese, ha anche riconosciuto, durante gli interrogatori, la "dimensione politica" del gesto.

Oltre al pachistano, gli inquirenti francesi hanno fermato, all'indomani dell'attentato e in qualità di sospetti, un 30enne algerino, che è stato però dopo poco scarcerato poiché mancavano informazioni rilevanti a suo riguardo, cinque individui originari del medesimo Paese del primo, tutti nati tra il 1983 e il 1996, e, infine, l'ex coinquilino del 18enne, arrestato dopo un blitz notturno delle

forze dell'ordine.

Nella serata di ieri, l'Eliseo ha annunciato che il presidente Emmanuel Macron non si esprimerà ancora ufficialmente sui drammatici momenti andati in scena nei pressi dell'ex sede di Charlie Hebdo.

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