Barcellona continua a sfidare Madrid. L'ex ministro catalano per il Territorio, Josep Rull, stamane si è presentato nel suo ufficio. Rull ha abbandonato la sede della Consejeria poco dopo, sostenendo però che oggi continuerà a "lavorare" e proseguirà la sua agenda "normalmente", nonostante venerdì il premier Mariano Rajoy abbia destituito il Governo nella sua totalità.
Intorno alle 10, un'ora dopo che aveva pubblicato una sua foto su Twitter in cui sedeva sorridente alla sua scrivania, Rull è infatti uscito dalla sede del suo ufficio. Ai giornalisti assiepati all'esterno, l'ex ministro ha spiegato di essersi presentato "nell'ufficio per fare il lavoro che ci ha assegnato il popolo catalano". "Continuerò normalmente nella mia agenda lungo la giornata odierna. Andiamo avanti", ha aggiunto all'uscita dalla porta principale della sede del Territorio (era invece entrato da una porta secondaria).
Al despatx, exercint les responsabilitats que ens ha encomanat el poble de Catalunya. #seguim pic.twitter.com/npc6vFH0rB
— Josep Rull i Andreu (@joseprull) 30 ottobre 2017
Stessa mossa di sfida anche da parte dell'ex preseidente catalano Carles Puigdemont, anche se i contorni della vicenda sono meno chiari in quanto nessuno l'avrebbe visto entrare nel Palau della Generalitat, ma su Instagram Puigdemont ha postato una foto in cui si vede il cielo proprio dal palazzo gotico della sede.
Anche l'ex presidente della Camera del Parlamento catalano è andata in ufficio. In un video postato su Twitter si vede infatti Carme Forcadell arrivare a bordo di un'auto.
Continuem treballant. #Parlament https://t.co/6l3fhAGdu4
— Carme Forcadell (@ForcadellCarme) 30 ottobre 2017
Intanto in un'intervista all'emittente britannica Sky, il ministro spagnolo degli Esteri, Alfonso Dastis, ha risposto a chi gli chiedeva anche cosa succederà nel caso che l'ex presidente catalano, Carles Puigdemond, e gli altri membri della Catalogna tornino oggi ai loro posti di lavoro, nonostante siano stati destituiti.
Dastis ha detto che "occorre vedere che cosa accade e se davvero accade"; il ministro ha però escluso che il governo di Madrid preveda di evitare "con la forza" una ipotetica situazione di questo tipo.
30 anni di reclusione
Ma il braccio di ferro si fa sempre più duro. La Procura Generale spagnola in queste ore ha denunciato per il delitto di ribellione gli artefici della dichiarazione di indipendenza approvata dal Parlamento di Barcellona, un'azione penale che colpirà dunque i membri del governo e la dirigenza del Parlamento che ha consentito il voto.
Il delitto di ribellione, previsto dagli articoli 472 e seguenti del Codice penale spagnolo, prevede pene fra i 15 e i 25 anni di reclusione per coloro che "incoraggiando i ribelli, abbiano promosso o sostenuto la ribellione" e per "i capi principali di questa".
La pena più alta, 30 anni di carcere, si può comminare ai capi di una insurrezione armata che abbia provocato devastazioni o violenza. Il delitto di ribellione è previsto per quelli che si sollevano in modo "pubblico e violento" perseguendo una serie di obiettivi come la violazione, la sospensione o la modifica della Costituzione o la dichiarazione di indipendenza di una parte del territorio nazionale.
Fu il reato per il quale furono puniti gli autori del colpo di Stato del 1981. La Procura denuncia il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont; la presidente del Parlamento, Carme Forcadell, i membri del governo e i membri della Mesa che hanno permesso di votare la dichiarazione di indipendenza.
Puigdemont e i ministri a Bruxelles
L'ex presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, si trova a Bruxelles. Lo hanno reso noto fonti del governo spagnolo. Il viaggio è stato confermato appena un'ora dopo l'annuncio del procuratore generale dello Stato, Jose Manuel Maza, che presenterà una richiesta di incriminazione dinanzi l'Audiencia Nacional per i reati di sedizione, ribellione e malversazione, contro di lui e il resto del governo e contro la Mesa del Parlament, la capigruppo che permise di mettere ai voti la dichiarazione di indipendenza, dinanzi al Tribunal Supremo.
Ufficialmente è in Belgio per una riunione con i partiti fiamminghi, ma il viaggio assomiglia a una fuga, vista la denuncia ricevuta oggi dalla procura generale spagnola. Con lui tutti i membri del governo catalano destituito.
Puigdemont e i suoi ex colleghi di governo dovrebbero intervenire pubblicamente nel corso del pomeriggio. Secondo fonti del ministero dell'Interno di Madrid citate da LaVanguardia, l'esecutivo di Mariano Rajoy non è preoccupato per il viaggio di Puigdemont a Bruxelles, in quanto ciò che lo interessava era che l'ex 'President' non fosse al Palau de la Generalitat.
L'asilo politico in Belgio
A fronte della situazione sempre più tesa con Madrid, Puigdemont intenderebbe chiedere l'asilo politico in
Belgio. Insieme a lui, anche altri esponenti del governo decaduto di Barcellona. Lo sostengono media spagnoli. Per la tv belga VRT, Puigdemont a Bruxelles "incontrerà avvocati e rappresentanti politici".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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