Dopo la rivendicazione contenuta in un file audio, diffusa in Rete nei giorni scorsi, l’autoproclamato califfato dello Stato islamico (Is) torna ad affermare che l’attacco al Museo del Bardo a Tunisi è stato eseguito da due suoi "soldati" ed esulta per aver portato "l’angoscia in un gran numero di nazioni", tra le quali l’Italia.
La nuova rivendicazione è apparsa nell’ultimo numero di Dabiq, la rivista mensile dell’Is in inglese. "Due soldati dell’Is sono stati inviati in missione, dopo aver ricevuto addestramento con i loro fratelli in Libia e giurato fedeltà al Califfo", si legge sul file in formato pdf della rivista, diffuso oggi sul web. "I due mujaheddin" vengono poi identificati con i nomi di battaglia "Abu Zakariyya at-Tunusi e Abu Anas al-Tunusi" e vengono elogiati per aver "scatenato il terrore sui kuffar (infedeli, ndr), uccidendo più di 20 di loro e ferendone una dozzina".
La rivista Dabiq, che esce questa volta con il titolo "Solo la sharia governerà l’Africa", afferma che l’operazione di Tunisi "è riuscita a portare l’angoscia in un gran numero di nazioni coinvolte nella coalizione crociata, tra cui Italia, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Polonia, Australia, Spagna e Belgio, dopo che alcuni dei loro cittadini sono diventati preda dei soldati dell’Is". Nell’attentato sono morti soprattutto turisti stranieri, tra i quali quattro italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.