Il regime militare che governò il Brasile tra il 1964 e il 1985 è sempre stato commemorato dall'esercito del Paese, anche se mai in modo ufficiale. Almeno fino al 2011, quando l'ex presidente Dilma Rousseff - ex guerrigliera fatta torturare dai militari - aveva vietato all'esercito di celebrare il ricordo del golpe dei primi anni Sessanta. Ora, però, cambia tutto. Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, "ha ordinato al Ministero della Difesa di organizzare appropriate commemorazioni collegate al 31 marzo del 1964". Lo ha detto il suo portavoce, Otávio Régo Barros, parlando ai giornalisti al palazzo presidenziale del Planalto. Sulle celebrazioni, Régo ha spiegato che "i comandanti sceglieranno nelle loro guarnigioni e il contesto in cui dovranno essere realizzate". Bolsonaro, ex capitano dei paracadutisti il cui governo comprende otto militari fra 22 ministri, "non considera il 31 marzo 1964 come un colpo di stato militare", ha spiegato il portavoce, ma "ritiene che la società unita, sentendo il pericolo che il Paese stava vivendo", sia riuscita a unire "civili e militari, recuperare il Paese e si rimettersi in marcia".
Non è la prima volta che Jair Bolsonaro sdogana un golpe. Da quando ha assunto l'incarico, il primo gennaio di quest'anno, il presidente brasiliano ha avallato altre dittature latinoamericane del secondo scorso, in particolare quelle del paraguayano Alfredo Stroessner (1954-1989) e del cileno Augusto Pinochet (1973-1990). Mentre nel 2016, riferendosi al ventennio della giunta militare brasiliana, Bolsonaro aveva dettoa radio Jovem Pan che "L'errore della dittatura è stato quello di torturare senza uccidere".
In passato, Bolsonaro si era scontrato più volte in Parlamento con i critici della dittatura. Sempre nel 2016, quando alla Camera era stata votata la destituzione della presidente Dilma Rousseff, Bolsonaro aveva dedicato il suo voto al colonnello a capo dell'intelligence nazionale durante la dittatura e accusato di avere commesso sei omicidi sotto tortura. "Alla memoria del colonnello Carlos Alberto Brilhante Ustra, il terrore di Rousseff, io voto sì", aveva detto. Nel 2011 la Rousseff, prima del suo impeachment, aveva vietato a tutti i corpi dell'esercito di commemorare la dittatura.
Secondo la Commissione nazionale della verità, in quei 21 anni avvennero 434 omicidi e centinaia di casi detenzioni arbitrarie e tortura di oppositori. Documenti declassificati dagli Usa lo scorso anno hanno mostrato che l'eliminazione dei dissidenti era decisa al palazzo presidenziale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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