Bufera sullo scienziato di fama mondiale Richard Dawkins: "Deride i trans"

Dawkins, alfiere dell'ateismo, ha finora provato a difendersi dalle accuse scatenate da un suo tweet, ma gli è già stato revocato il premio "umanista dell'anno".

Bufera sullo scienziato di fama mondiale Richard Dawkins: "Deride i trans"
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Richard Dawkins, uno degli scienziati più famosi al mondo nonché autore di best-seller come Il gene egoista e L’illusione di dio, è finito nella bufera a causa di un suo tweet interpretato come denigratorio ai danni delle persone transessuali. Dawkins, etologo, biologo e divulgatore scientifico nonché alfiere dell'ateismo, ha finora provato a difendersi dalle accuse scatenate dal messaggio incriminato, ma quest'ultimo gli è già costato la revoca di un premio.

A fare esplodere le contestazioni ai danni dell'accademico britannico è stato un tweet di sabato 10 aprile, scritto dallo scienziato nella forma di un tema da sottoporre ai suoi studenti. Nel messaggio pubblicato allora sul web, Dawkins paragonava i transgender a Rachel Dolezal, un’attivista per i diritti civili bianca che per anni ha finto di essere afroamericana: "Nel 2015 Rachel Dolezal, una bianca presidente della National Association for the Advancement of Colored People, una delle prime e più influenti organizzazioni per i diritti civili degli afroamericani, è stata denigrata perché si definiva nera. Alcuni uomini decidono di identificarsi come donne, alcune donne decidono di identificarsi come uomini. Chi nega che essi sono letteralmente quello con cui si identificano viene denigrato. Discutere". Lo studioso, con tale tweet polemico e ironico, mirava a denunciare il fatto che ci sono due pesi e due misure: una bianca che si spaccia per nera viene criticata da tutti, mentre è proibito criticare un uomo che si presenta come donna o una donna che si presenta come uomo, ossia i transessuali.

L'accademico britannico, a causa del cinguettio in questione, è stato immediatamente accusato di deridere i trans e, di conseguenza, ha provato a difendersi affermando: “Non intendevo discriminare le persone transgender. Capisco che il mio quesito accademico sia stato equivocato e me ne rammarico. Non era nemmeno mia intenzione allearmi con i bigotti repubblicani degli Usa che stanno ora cercando di strumentalizzare la questione”.

Nonostante le precisazioni fornite da Dawkins, quel tweet gli è già costato la perdita del premio di "umanista dell'anno" conferitogli nel 1996 dalla American Humanist Association, associazione impegnata nella promozione del rigore razionalista nella società. Il riconoscimento in questione era stato attribuito al divulgatore britannico per il suo “significativo contributo” alla comunicazione di concetti scientifici tra l’opinione pubblica. In un recente comunicato, l'associazione americana ha motivato la revoca del premio a Dawkins puntualizzando: "Da vari anni Dawkins ha accumulato una storia di dichiarazioni che, sotto l’apparenza del dibattito accademico, sminuiscono gruppi marginalizzati, un approccio antitetico con i nostri valori umanisti. Il suo ultimo commento lascia intendere che l’identità di individui transgender è fraudolenta, attaccando al tempo stesso l’identità nera come qualcosa che si può assumere quando è conveniente. I suoi tentativi di chiarificazione sono inadeguati e non trasmettono né sensibilità né sincerità". Contro lo scienziato britannico si è schierata anche l'Associazione degli Atei Americani, con la sua presidente, la trans Alison Gill, che ha appunto tuonato: "Spero che il professor Dawkins tratti in futuro la questione con maggiore comprensione e rispetto".

Le dichiarazioni sui transessuali erano costate a Dawkins feroci critiche già nel 2015, quando aveva rilasciato il seguente commento:

Una donna trans è una donna? Questione puramente semantica. Se la definisci in base ai cromosomi, no. In base all’auto-identificazione, sì. La chiamo con il pronome femminile per cortesia”.

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