Combatteva contro l'Isis con i curdi. Ora lo accusano di terrorismo

Fermato in Germania, sarà rimandato in Australia. Da lì era partito per andare in Medioriente e aiutare le milizie

Combatteva contro l'Isis con i curdi. Ora lo accusano di terrorismo

Ha 23 anni Ashley Dyball. Ventitre anni e alle spalle un periodo a lavorare con le milizie curde che combattono contro i jihadisti del sedicente Stato islamico in Siria. Una scelta che rischia ora di costargli molto cara, perché il giovane di Brisbane è stato accusato di terrorismo.

La pagina facebook del ragazzo racconta del suo lavoro accanto alle squadre curde del Ypg, impegnate nello sminamento di campi e villaggi abbandonati dall'Isis nel nord della Siria. Aveva lasciato il Medioriente per un giro in Europa, per prendersi una pausa dai combattimenti. Ed è allora che è stato arresto.

Il fermo è avvenuto in Germania e da un momento all'altro Dyball potrebbe essere rispedito in Australia, dove non sarebbe il primo a finire sotto successo. La ragione è semplice: secondo quella che è al momento la legislazione di Canberra non c'è alcuna differenza tra chi parte foreign fighter con i jihadisti e chi invece lo fa per combattere contro i jihadisti.

Una petizione circola su internet per chiedere che le autorità australiane gli permettano di tornare a casa e non doversi sottoporre al processo. "Se qualcuno conosce un buon avvocato tedesco - ha scritto lui - dia una mano a un fratello che viene accusato di essere un terrorista".

A complicare la sua situazione il fatto che Ypg e Ypj, le milizie legate ai curdi siriani, sono legate strettamente al Pkk turco, considerato (anche in Germania) un'organizzazione terroristica e dall'altro lato i "boots on the ground" dell'Occidente contro i jihadisti.

Un caso altrettanto

controverso era spuntato a luglio, quando Jamie Williams era comparso davanti a una Corte di Melbourne, accusato di avere cercato di unirsi ai peshmerga, le forze armate della regione semi-autonoma del Kurdistan iracheno.

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