La Corea del Nord ha lanciato alle 5:55 (circa le 22 in Italia) due missili balistici nel Mar del Giappone. La conferma arriva direttamente dal Pentagono. Pyongyang avrebbe lanciato due missili balistici a medio raggio Nodong. Il primo missile è caduto in mare dopo aver attraversato il paese nelle acque all'interno dell’Air Defense Identification Zone giapponese.
Circa 22 minuti dopo il primo lancio, il radar della Corea del Sud ha rilevato un secondo missile lanciato dalla stessa zona. La seconda traccia è scomparsa dai radar ad un'altitudine di 17 km. Potrebbe essere esploso in aria. In nessun momento – precisano dal Dipartimento della Difesa – i missili hanno rappresentato una minaccia per gli Stati Uniti o per gli alleati regionali. Secondo i tracciati del Ministero della Difesa della Corea del Sud, il primo missile ha percorso 800 chilometri prima di schiantarsi al largo della costa orientale del Nord.
Il Nodong, evoluzione della classe Scud progettata in era sovietica, è missile balistico a singolo stadio a propellente liquido con una gittata stimata di 1300/1500 km. Lanciato da rampe mobili, è considerato una delle principali minacce nell’arsenale della Corea del Nord, seppur con alcune limitazioni ereditate dalla codifica originale del progetto (come il rifornimento in fase di pre-lancio che lo espone alla rilevazione satellitare). Pyongyang dovrebbe possedere tra i 250 ed i 350 missili classe Nodong. E’ stato identificato per la prima volta dalla CIA nel 1990: i progetti, secondo i servizi segreti occidentali, sarebbero stati acquisiti da Iraq ed Egitto per gli Scud-B e dalla Cina per gli Scud-C. Il suo carico utile è stimato in mille kg.
Pyongyang, per sviluppare un missile balistico intercontinentale, deve acquisire la tecnologia di rientro. Un missile balistico intercontinentale, dopo la fase di propulsione e spinta, raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale, la punta del missile. Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre.
I missili sarebbero stati lanciati dalla zona occidentale di Sukchun: potrebbero essere i primi volti a testare le tecnologia di rientro. I due Nodong, potrebbero aver implementato dispositivi di innesco (privi di plutonio o uranio), per testare l’alta pressione e le temperature al rientro nell’atmosfera. Precedentemente, un missile Nodong è stato lanciato durante un test nel 2006 mentre altri due nel 2014.
Siamo comunque davanti all’ultimo stadio dell’evoluzione dei missili balistici intercontinentali del Nord. I servizi segreti americani hanno sempre affermato che il programma missilistico di Pyongyang non avrebbe raggiunto tale capacità prima del 2020/25. Da rilevare che la miniaturizzazione non è mai stata verificata in modo indipendente dall’Occidente e non vi è alcuna prova della standardizzazione delle testate nucleari per il trasporto su vettori intercontinentali.
Chiediamo ancora una volta alla Corea del Nord – si legge in una nota del Dipartimento di Stato - di astenersi dal compiere ulteriori azioni che non fanno altro che aumentare le tensioni nella regione. Nelle ultime settimane, la Corea del Nord ha minacciato attacchi nucleari preventivi contro Washington e Seoul, in risposta alle sanzioni elevate dalla Comunità Internazionale in seguito ai recenti test nucleari e missilistici effettuati.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha elevate contro la Corea del Nord le sanzioni più dure degli ultimi 20 anni, nonostante le rimostranze cinesi. Pechino teme la fine del regime di Pyongyang ed una delle più grandi crisi umanitarie a ridosso dei suoi confini.
Il Nord negli anni ha effettuato numerosi lanci, secondo la versione ufficiale, per la messa in orbita di satelliti. In realtà, la tecnologia dei razzi a lungo raggio e dei missili balistici intercontinentali è fondamentalmente la medesima. Entrambe differiscono solo nel “payload”. Il razzo Unha-3, ad esempio, è un'evoluzione dell'Icbm Taepodong-2
All’inizio dell’anno, la Corea del Nord avrebbe testato una bomba all’idrogeno. L’analisi dei dati ha poi confermato un test nucleare: una bomba all’idrogeno avrebbe determinato altri valori. I sei kilotoni di resa esplosiva sono sembrati subito non compatibili con una bomba H. Potrebbe essersi trattato anche di un test fallito di una possibile bomba all’idrogeno.
La Corea del Nord ha anche lanciato un razzo a lungo raggio, sfidando una precisa risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che vieta a Pyongyang qualsiasi test che potrebbe fornire il know-how necessario per lo sviluppo di missili balistici armati con testate nucleari. Il Nord ha condotto test nucleari nel 2006, 2009 e nel 2013. L’ultimo si è svolto lo scorso gennaio. La Corea del Nord avrebbe cinque impianti nucleari. Il più noto è quello situato a Yongbyon, presso il Nuclear Scientific Research Center, 60 miglia a nord di Pyongyang.
Il secondo dovrebbe essere stato localizzato dal Pentagono, mentre non si conosce l’ubicazione degli altri tre siti sotterranei.La tecnologia del Nodong è stata esportata in Iran con lo Shahab-3 ed in Pakistan con lo classe Ghauri.
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