La Corea del Nord ha rilasciato Alek Sigley dopo oltre una settimana di detenzione. Il 29enne australiano, che viveva e studiava a Pyongyang da circa un anno, è arrivato sano e salvo in Cina, dove ha ripetuto più volte ai giornalisti presenti all’aeroporto di Pechino di stare bene. A dare la notizia della liberazione del ragazzo è stato il primo ministro dell'Australia, Scott Morrison: "Non potremmo essere più contenti. Ora sappiamo dove si trova e che è al sicuro".
Il ruolo della Svezia
Un ruolo decisivo per la scarcerazione di Sigley è stata giocato dalla Svezia, uno dei pochi Paesi europei ad avere solide relazioni diplomatiche con la Corea del Nord e possedere un'ambasciata all'interno del Paese. Il governo australiano aveva chiesto aiuto a Rolf Mangus Harstedt, un inviato speciale svedese che ben conosce il contesto oltre il 38° parallelo; dopo poche ore dall'arrivo in Corea del Nord di Harstedt, il ragazzo è stato liberato. "Le autorità svedesi – ha spiegato Morrison – hanno incontrato alti funzionari nordcoreani sollevando la questione della scomparsa di Alek. Ringrazio il loro prezioso e fondamentale contributo".
Studente in Corea del Nord
Lo scorso 25 giugno la famiglia di Sigley aveva perso ogni contatto con il figlio. Il ragazzo viveva in Corea del Nord, dove frequentava un master di letteratura coreana presso la Kim Il Sung University di Pyongyang, il principale centro accademico del Paese, e gestiva un'agenzia turistica che organizzava viaggi in loco per studenti stranieri. Attraverso Twitter, Sigley raccontava la sua vita quotidiana in Corea del Nord, postando immagini, facendo commenti e usando anche tanta ironia.
Una vicenda da chiarire
Non conosciamo il motivo per cui Sigley è stato arrestato, anche se i sospetti ricadono sulla sua intensa attività online. L'australiano si vantava con i suoi follower di poter girare liberamente per la capitale, fare acquisti in qualsiasi negozio e cenare ovunque desiderasse: "Come residente straniero a lungo termine con visto per studenti – raccontava il ragazzo – ho un accesso quasi senza precedenti a Pyongyang". Un atteggiamento, questo, che potrebbe aver spinto le autorità nordcoreane a considerare il 29enne una fonte di informazione potenzialmente dannosa per il Paese. La famiglia del giovane, da Perth, in Australia, è al settimo cielo.
In ogni caso, il padre dello studente, Gary Sigley, fatica a trattenere l'emozione: "Siamo lieti che Alek sia sano e salvo. Sono sicuro che molto presto si ricongiungerà con sua moglie a Tokyo. Speriamo di rivederlo presto per abbracciarlo forte. Sono sicuro che nei prossimi giorni ci saranno più informazioni per capire cosa sia successo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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