Corea, Pence tiene alta la tensione: "Tutte le opzioni sul tavolo"

Il vicepresidente Usa parla dall'Australia: "Valutiamo anche l'opzione militare". Intanto la Russia spiega le manovre militari: "Erano pianificate da tempo"

Corea, Pence tiene alta la tensione: "Tutte le opzioni sul tavolo"

Non accenna a placarsi la tensione intorno alla Corea del Nord. Ierila notizia della mobilitazione di Russia e Cina: Mosca ha spostato truppe e mezzi pesanti al confine coreano, Pechino ha messo i caccia in stato di "massima allerta". Oggi arrivano le dichiarazioni del vicepresidente americano Mike Pence, che pochi giorni dopo aver ricordto che "la pazienza strategica degli Usa è finita", ha annunciato che "tutte le opzioni sono sul tavolo, compresa quella militare".

"Se la Cina non è in grado di gestire la Corea del Nord, gli Stati Uniti ed i nostri alleati lo saranno", ha detto Pence parlando dall'Australia e definendo quella nordcoreana la "minaccia più urgente e pericolosa" per la pace e la sicurezza nell'Asia Pacifico. "Mentre tutte le opzioni sono sul tavolo - ha ribadito il numero due dell'amministrzione Usa -fatemi assicurare che gli Stati Uniti lavoreranno a stretto contatto con Australia, e con gli altri nostri alleati della regione e con la Cina per esercitare pressione economica e diplomatica sul regime.

Il vicepresidente ha voluto poi chiarire ulteriormente il giallo sulla crociera della portaerei "Uss Carl Vinson", che per giorni ha navigato nei mari orientali senza che se ne conoscesse con esattezza la rotta. L'unità americana sarà nel mar del Giappone entro la fine del mese, ha spiegato Pence. Pronta all'impiego nel caso che la situazione dovesse degenerare.

I russi: "Manovre militari pianificate"

Oggi peraltro è tornata a farsi sentire anche l'autorità militare russa, che ieri aveva rifiutato di commentare le manovre al confine con la Corea.

Il portavoce del distretto militare russo dell'estremo oriente, Aleksandr Gordeyev, ha chiarito che i movimenti di truppe "rientrano in un'esercitazione pianificata, senza relazioni con le questioni politiche". Le esercitazioni al combattimento, pertanto, proseguono e non finiranno prima del 29 aprile. Sempre che nel frattempo le armi non facciano sentire la propria voce. E questa volta senza che sia solo un'esercitazione.

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