Così era stato previsto e così sarà. Donald Trump incontrerà il leader della Corea del Nord Kim Jong-un a Singapore il 12 giugno. "Il tanto atteso meeting tra Kim Jong Un e me si svolgerà il 12 giugno a Singapore". Questo il tweet del presidente degli Stati Uniti. "Entrambi proveremo a trasformarlo in un momento molto speciale per la pace mondiale".
Già nelle prime ore di oggi, i media americani avevano dato per certo che la scelta della località del summit sarebbe ricaduta su Singapore. Un luogo importante soprattutto perché per gli Usa resta un Paese amico, ma, allo stesso tempo, è uno Stato sostanzialmente neutrale. All'inizio, Trump aveva detto che gli sarebbe piaciuto tenere l'incontro nella zona demilitarizzata al confine fra le due Coree. Ma i servizi di sicurezza e i consiglieri politici hanno chiesto al presidente Usa dci desistere. Troppe le incognite e soprattutto difficile l'organizzazione dell'evento. Anche da un punto di vista d'immagine, il fatto che il presidente americano si recava lui in Corea sarebbe stato visto come un segnale di "cedimento".
Ora non resta che attendere il 12 giugno, un martedì che sicuramente sarà un capitolo importante nella storia dell'Asia, ma anche, inevitabilmente, del mondo. Dopo mesi di escalation militare e di una tensione culminata con il test nucleare che aveva fatto tremare le cancellerie del mondo, il vertice potrebbe segnare l'inizio della pace e del disgelo. Che già è stato avviato fra la Corea del Nord e la Corea del Sud, ma che adesso è necessario vi sia anche fra Pyongyang e Washington.
Sul tavolo ovviamente il dossier nucleare. Trump arriva a questo vertice di giugno dopo aver stracciato l'accordo sul nucleare con l'Iran. Ma non va sottovalutato il fatto che abbia parlato del viaggio di Mike Pompeo in Corea del Nord proprio mentre parlava della fine dell'accordo con l'Iran. Il messaggio era chiaro: sul nucleare, Washington non vuole un accordo sulla falsariga del 5+1 del 2015 con gli iraniani. Vuole una denuclearizzazione certa e verificabile, ma soprattutto definitiva.
Kim Jong-un , dal canto suo, arriva a questo vertice tutto sommato da vincitore. Ha ottenuto la credibilità internazionale agognata e adesso può permettersi di parlare con il presidente Usa da pari e non più come obiettivo militare o come "pazzo". Siamo passati dalle offese come "rocket man" a un vertice internazionale fra due capi di Stato. Un segnale di come Kim abbia colto nel segno. La sua strategia, unita alla volontà della Cina, ha sicuramente raggiunto il primo obiettivo.
Ora bisognerà capire come riuscirà a convertire questo credito internazionale soprattutto all'interno del suo stesso Paese. Il nucleare è un perno della politica di Pyongyang e il pilastro di tutta l'economia e della strategia del governo nordcoreano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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