Ultim'ora
Gb, allarme sicurezza: evacuato terminal sud aeroporto di Gatwick
Ultim'ora
Gb, allarme sicurezza: evacuato terminal sud aeroporto di Gatwick

Coronavirus, anche la Cina profonda si ferma

Nelle campagne cinesi la popolazione locale controlla che nessun estraneo entri nei villaggi. Anche qui il coronavirus fa paura e i capi locali si organizzano al meglio per far fronte all'emergenza

Coronavirus, anche la Cina profonda si ferma

Se le grandi megalopoli della Cina si isolano, sospendendo i trasporti pubblici e chiudendo le attività per limitare la diffusione del nuovo coronavirus, anche nell'entroterra del Paese, là dove si estendono campagne sperdute e sorgono piccoli villaggi rurali, la popolazione si organizza come meglio può.

Facendo un giro su Weibo, il noto social network cinese, è possibile imbattersi in foto e immagini che raffigurano paradossali scene di vita quotidiane ai tempi dell'epidemia del nuovo coronavirus. Nella provincia dello Henan, confinante con l'Hubei, epicentro del contagio, la popolazione rurale è stata mandata in servizio per pattugliare l'ingresso ai villaggi e controllare ogni passante.

Nella città-contea di Yuzhou, sempre nello Henan - raccontano gli utenti - gli abitanti dei villaggi sono tenuti a registrarsi ogniqualvolta entrano o escono. Agli estranei è perfino proibito entrare. Gli ingressi sono sorvegliati da guardie speciali, spesso sono volontari, che stanno in servizio dalle 6:00 alle 22:00.

Centro e periferia: l'intera Cina si blinda

Lungo le strade sterrate immerse nei campi, e in concomitanza con i luoghi in cui sorgono piccoli centri urbani, troviamo delle istallazioni permanenti di tende bianche presidiate da membri del partito. Da queste parti, lontano da Pechino, sono loro, i capi villaggio, che provvedono a organizzare le quarantene affidandosi alla loro esperienza. Questi uomini prendono l'iniziativa a turno e indagano sui rari veicoli che si spostano.

In altri casi si vedono immagini in cui le strade di accesso a città e villaggi sono letteralmente bloccate da massi, barriere di terra o auto parcheggiate di traverso. Più ci si allontana dalla Cina industrializzata e moderna e più il ruolo del capo villaggio assume importanza, a maggior ragione quando avvengono emergenze del genere.

La differenza con la Cina più moderna è lampante, ma il risultato identico. Wuhan, megalopoli che ospita 11 milioni di abitanti, è situata in una delle zone più dinamiche della Cina. Come sottolinea l'Agi, stiamo parlando di un importantissimo hub dei trasporti e della logistica al centro del Paese, tanto da essere stato soprannominat “via di transito della Cina”. Dai dati diffusi dall'amministrazione cittadina, nel 2018 l'economia di Wuhan è cresciuta fino a un volume di 224 miliardi di dollari, pari all'1,6% del pil cinese complessivo.

All'interno di Wuhan operavano fino a poche settimane fa, oltre 300 aziende presenti nel listino Fortune 500, tra cui Microsoft, Sap e il gruppo automobilistico francese Psa, PepsiCo, Siemens, Peugeot-Citrone e altre ancora. Adesso è tutto bloccato fino a data da destinarsi.

Qui non troviamo capi villaggio a sbarrare le strade: in campo sono scese direttamente le forze dell'ordine, che in un clima spettrale controllano che nessuno sgarri i diktat provenienti da Pechino.

Periferia o centro fa poca differenza: l'intera Cina sembra sospesa in un'altra dimensione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica