Cosa cambia a Cuba dopo la morte di Castro

La morte di Fidel Castro apre un interrogativo importante sul futuro di Cuba, tenuto conto che il potere è ben saldo nelle mani di Raul Castro. Ma oltre a lui chi comanda sull'isola caraibica? E cosa accadrà?

Cosa cambia a Cuba dopo la morte di Castro

"Mia madre è cresciuta sotto Fidel Castro, io sono nata sotto Fidel Castro... mio figlio è nato sotto Fidel Castro, i miei nipoti nasceranno senza Fidel Castro". È uno dei tweet che la dissidente cubana Yoani Sanchez ha postato dopo la notizia della morte dell'ex presidente cubano. Ma cambierà davvero qualcosa sull'isola caraibica? La morte di Castro apre un interrogativo importante sul futuro di Cuba, tenuto conto che il potere è ben saldo nelle mani di Raul Castro.

A lui toccherà ora un doppio impegno: tutelare (nel senso di non rinnegare completamente) l’eredità della Revolucion, riformare (laddove possibile) il Paese. E, non da ultimo, portare avanti gli interessi del clan familiare. Secondo alcuni analisti si prospetta un futuro all’insegna del basso profilo, in cui alla famiglia Castro si permetterà di "usare il marchio" della Rivoluzione e del cognome, aiutando in contraccambio una transizione che appare comunque difficile e soprattutto evitando di mettere troppo in imbarazzo il governo.

In una realtà dove si fatica a intravedere la democrazia, il futuro di Cuba potrebbe dipendere dall'incontro tra due esigenze: quella delle autorità, di non avere persone dal cognome troppo ingombrante, che potrebbero lamentare di essere state dimenticate, e quello della famiglia, che, nel bene o nel male, vuole determinate garanzie. Economiche ma non solo. La cerchia familiare più ristretta è composta da sette elementi: la moglie Dalia Soto del Valle, i loro cinque figli e il figlio del primo matrimonio, Fidelito Castro Diaz-Balart. Lei è una sorta di matriarca, ma ha imparato fin dal 1961, quando incontrò il marito, ad assumere un ruolo defilato. Sarà probabilmente il cognato, Raul, a gestire la vita pubblica dei Castro.

Fidelito, come già negli ultimi anni, si occuperà probabilmente di amministrare i beni. Tutto nell’assoluta discrezione, come imposto dal capofamiglia quando era ancora in vita, con l’ottima scusa di garantire la sicurezza dei suoi cari. Gli americani, diceva Fidel Castro, hanno cercato di uccidermi ben 600 volte. Non a caso non si registrano apparizioni pubbliche di Dalia prima del 1992, quando cioè il primo frutto del suo amore per Fidel aveva superato il trentesimo anno d’età. La prima foto pubblicata dai media di Alexis, Alejandro, Alexander, Antonio ed Angel venne fatta circolare nel 2000. E i media non erano quelli cubani.

Ma a parte Raul Castro, chi è che a Cuba ha davvero il potere? Le forze armate. Controllare loro vuol dire controllare il Paese. Difficile ipotizzare una rivolta dal basso, che rottami la dittatura e apra alla democrazia. Forse se Castro fosse morto dieci anni fa, o anche di più, la sua scomparsa avrebbe potuto imprimere uno scossone politico. Ora però è diverso.

La "normalizzazione" imposta da Raul, con il processo di riforme economiche avviato e l'apertura economica ai capitali Usa (e non solo), fanno pensare a un futuro di tipo "cinese", o secondo alcuni vietnamita. Insomma, potere ai militari e agli oligarchi del partito. Libertà economiche sì, ma scordatevi democrazia e libertà. Forse questo epilogo non sarebbe piaciuto neppure a Fidel.

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