A giugno, quando Yassin Salhi uccise il suo capo a Saint-Quentin-Fallavier, non lontano da Lione, decapitandolo e appendendo la sua testa sulla recinzione di una fabbrica di gas industriale dove lavorava, non fu immediato chiaro se si dovessero spiegare i fatti con un attentato di matrice jihadista o se l'assassino di Herve Cornara fosse semplicemente uno squilibrato, magari motivato da motivi d'odio nei suoi confronti.
Il 35enne fu catturato e confessò i fatti, mentre la procura procedeva per terrorismo. Salhi spiegò di avere ucciso Cornara nel parcheggio dell'azienda e di avere poi infisso la testa dell'uomo sulla palizzata, appendendo anche alcuni drappi descritti come "bandiere jihadiste", tuttavia non quelle utilizzate dal sedicente Stato islamico.
Salhi fu messo in cella in isolamento, accusato di un crimine motivato da motivi religiosi, che tuttavia ha sempre negato. Di oggi la notizia che l'uomo si è suicidato in carcere utilizzando le lenzuola del suo letto.
Nonostante Salhi non abbia mai ammesso la sua vicinanza ad ambienti
jihadisti, nel 2005 e nel 2006 le autorità lo trovarono a "socializzare" con uomini legati al radicalismo islamico, disse la France Press a giugno. Nel 2013 tornò sotto i radar dell'intelligence per la stessa ragione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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