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Detenuti islamici contro Salah: ​"A Parigi dovevi farti esplodere"

Il jihadista fischiato dai detenuti islamici del carcere parigino di Fleury-Mérogis. Lo accusano di non essersi fatto esplodere negli attentati del 13 novembre scorso

Detenuti islamici contro Salah: ​"A Parigi dovevi farti esplodere"

Salah Abdeslam avrebbe dovuto andare fino in fondo. Avrebbe dovuto farsi saltare in aria e ammazzare decine di innocenti. Avrebbe dovuto dare la propria vita per il jihad. Non lo ha fatto: è scappato. E ora il terrorista superstite degli attacchi del 13 novembre a Parigi non può godere della stima della comunità islamica. Tanto che nel carcere di Fleury-Merogis, dove è rinchiuso da ieri, è stato fischiato dagli altri detenuti musulmani.

Ieri, a cinque mesi dalle stragi terroristiche, Salah Abdeslam, l'unico sopravvissuto dei commando jihadista che trucidò 130 persone nella notte del 13 novembre, è stato estradato a sorpresa dal Belgio alla Francia. Alle 9:05 l'elicottero della Gendarmerie Nationale che in piena notte si era alzato in volo per andarlo a prelevare nel carcere belga di Bèveren è rientrato alla base militare di Villacoublay, nell'hinterland parigino, non lontano dai luoghi in cui Salah partecipò a quell'atroce spedizione di morte. Due ore dopo veniva già condotto al palazzo di giustizia, dove un giudice parigino lo ha incriminato con sei capi d'accusa tutti legati al terrorismo. Nel tardo pomeriggio il corteo di auto lasciava il Quai des Orfèvres a sirene spiegate per Fleury-Mèrogis, il penitenziario più grande d'Europa. Qui, Abdeslam passerà la sua prima notte in "isolamento", sorvegliato a vista da una squadra di "guardie agguerrite", come le ha definite il ministro della Giustizia Jean-Jacques-Urvoas, formate per la detenzione di individui pericolosi.

Oggi, durante il suo secondo giorno in carcere, Salah Abdeslam è stato preso di mira dagli altri detenuti musulmani. Secondo un sindacalista del penitenziario, a fischiarlo urlando "buuuu" sono stati gli islamici "radicalizzati" rinchiusi nel carcere di Fleury-Merogis.

Gli rimproveravano di non essere andato fino in fondo, di non essersi fatto esplodere come gli altri suoi compagni kamikaze allo Stade de France, nei bistrot di Parigi e al Bataclan, di non aver ammazzato abbastanza innocenti.

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