Ora la partita se la giocano l'Iran e l'Europa. Dopo l'uscita di Washington dall'accordo sul nucleare, infatti, la Repubblica islamica è rimasta col fiato sospeso. Un solo interrogativo: cosa faranno ora gli altri firmatari? Le pressioni da parte di Teheran non hanno tardato ad arrivare. E la guida suprema del Paese, l'ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito che Teheran lascerà l'accordo sul nucleare, a meno che i firmatari europei offrano garanzie solide sul fatto che le relazioni commerciali continueranno nonostante il ritiro statunitense. "Sentiamo che volete portare avanti l'accordo sul nucleare con i tre Paesi europei. Non abbiamo fiducia in loro", avverte Khamenei, chiedendo garanzie e definendo la svolta statuntense "stupida e superficiale".
Per Khamenei, il governo di Teheran affronta un grande test sulla difesa "della dignità e della grandezza del popolo iraniano". Sulle potenze straniere, ha detto ancora: "La loro parola non ha valore, oggi dicono una cosa e domani un'altra, non hanno vergogna".
Intanto la diplomazia europea è al lavoro per salvare l'accordo. Il presidente francese Emmanuel Macron, secondo alcune fonti ufficiali, farà il possibile per salvare il patto tra Teheran e le potenze del 5+1. "Sarà difficile mantenerlo in queste condizioni, ma faremo tutto il possibile per trovare un modo di proteggere questa cornice multilaterale", afferma una fonte dell'Eliseo.
Per l'Alto rappresentante per gli Affari esteri, Federica Mogherini, il ritiro degli Usa è uno schiaffo all'Ue: "L'accordo è un elemento chiave dell'architettura globale contro la proliferazione nucleare, ed è cruciale per la sicurezza della regione". E aggiunge che fino a quando l'Iran continuerà ad attuare i suoi impegni sul nucleare, come ha fatto finora e come è stato confermato dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica in dieci relazioni consecutive, "l'Ue continuerà ad impegnarsi per la continua, piena ed efficace attuazione dell'accordo". Una delle preoccupazioni più grosse delle cancellerie europee riguarda il destino delle tante imprese del Vecchio Continente che dal 2016 - dopo la fine delle sanzioni - hanno riallacciato dei rapporti commerciali con Teheran.
Lunedì i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito incontreranno funzionari iraniani mentre oggi Macron parlerà al telefono con l'omologo iraniano Hassan Rohani. Rohani ha detto martedì sera di voler discutere con gli europei, i russi e i cinesi per vedere se potranno garantire gli interessi di Teheran, dopo l'uscita Usa. L'Iran ha anche minacciato di riprendere l'arricchimento dell'uranio senza limiti, se i negoziati non dovessero dare i risultati attesi nelle prossime settimane. Il governo di Parigi, inoltre, riunirà nei prossimi giorni le aziende francesi che lavorano in Iran e valuterà a livello europeo come fare per tentare al massimo di tutelarle dalle misure americane.
La conferma dell'Aiea
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) - contrariarmente a quanto dichiarato da Trump - ha confermato in queste ore che Teheran rispetta "gli impegni relativi al nucleare" previsti dall'intesa, mentre il
direttore dell'agenzia dell'Onu, Yukiya Amano, ha ribadito in una nota che "l'Iran è sottoposto al più rigido regime di verifica nucleare al mondo" e che l'accordo del 2015 ha prodotto "un aumento delle verifiche notevole".
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