Donbass, arrestate unità di Kiev: “Volevano compiere attentati anche in Russia”

Un’operazione delle forze di sicurezza della Repubblica di Lugansk ha portato all’arresto di un gruppo di agenti dei servizi ucraini che hanno confessato di aver ucciso Oleg Anashchenko, capo della Milizia Popolare di Lugansk

Foto di Alfredo Bosco
Foto di Alfredo Bosco

Le forze di sicurezza della Repubblica Popolare di Lugansk (Lnr) hanno neutralizzato una cellula di “sabotatori ucraini”. A dare la notizia, ieri, è stata Russia 1, la seconda emittente televisiva più seguita della Federazione, specificando che tutti gli elementi in stato di arresto sarebbero riconducibili alle forze speciali dell’Ukrainian Security Service (Sbu).

Gli specnaz di Kiev, come ha reso noto il servizio, sono stati sottoposti ad interrogatorio ed hanno confessato di aver orchestrato l’attentato esplosivo che, lo scorso febbraio, ha ucciso Oleg Anashchenko, capo della Milizia Popolare di Lugansk, mentre era a bordo della sua auto. Ma la scia di sangue potrebbe esser più lunga. Il gruppo, infatti, potrebbe esser coinvolto anche nell’uccisione di un’altra figura di primo piano del separatismo filo-russo, ovvero il comandante Mikhail Tolstykh conosciuto ai più con il nome di battaglia “Givi”.

E non solo. Secondo quanto emerso sinora, la cellula era incaricata di compiere operazioni terroristiche e sabotaggi anche nella vicina Federazione Russa. Come ha riferito Tass nei giorni scorsi, il ministro della Sicurezza della Lnr, Leonid Pasechnik, ha affermato che la Sbu avrebbe dispiegato quattro unità, ognuna composta da 12-17 uomini, nella città ucraina di Starobilsk, con il compito di destabilizzare non solo le autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk, ma anche la Crimea. Inoltre, la preparazione degli specnaz – secondo quanto ha sottolineato Pasechnik – sarebbe stata affidata “ad istruttori della Lituania, degli Stati Uniti e di altri paesi Nato”. Questa affermazione, come ha rivelato poi Russia 1, si fonda sulle confessioni rese dai membri della cellula smantellata diffuse dal canale di news.

Così, proprio in merito al denunciato coinvolgimento dell’Alleanza atlantica nell’addestramento delle unità di sabotaggio, dalla Rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia, il presidente Maurizio Marrone fa sapere: “Noi ci opporremo con forza all’invio di truppe italiane nella missione Nato in Lettonia, per

scongiurare il rischio che militari con il tricolore sulla divisa siano costretti a collaborare a simili operazioni terroristiche indegne del nostro Esercito ai danni delle Repubbliche del Donbass o addirittura della Russia”.

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