Discutono, negoziano e scherzano su come comprare o vendere schiave yazide. "Oggi - spiegano - c’è il mercato degli schiavi". E le agghiaccianti immagini diffuse dal canale panarabo Al Aan TV ci portano proprio là dentro, dove le donne non sono più persone ma oggetti. E come qualsiasi oggetto può essere messo in vendita. Loro, i compratori, i miliziani del barbaro Stato islamico, si mettono d’accordo per avere nuove schiave sessuali o liberarsi di quelle che non vogliono più. I dialoghi, il buonumore e la sfrontatezza gelano il sangue.
Ognuno di loro può comprarne una e una soltanto. Per questo sono disposti a tutto pur di portarsi a casa la migliore, magari la più bella. Meglio ancora se bambina. Perché, a quindici anni, non si può certo parlare di donna. Ma per i terroristi dell'Isis una schiava è pur sempre una schiava. Se la schiava yazida ha gli occhi azzurri o verdi o è molto giovane, il prezzo è più alto. Ma se le manca qualche dente, allora potrebbe anche non valere la pena di acquistarla perché sarebbe poi necessario comprarle una protesi. "Oggi è il giorno di distribuzione ad Allah piacendo - spiega quello che sembra il loro capo - ognuno prende la sua parte".
"Spero di trovarne una...", dice uno dei miliziani. Poi ridendo aggiunge: "Dove è la mia ragazza Yazidi?". "Chi vuole vendere la sua", chiede un altro. E subito salta fuori il venditore: "Io, voglio vendere". Quindi parte la contrattazione.
"Te la pago tre banconote... o una pistola". Benvenuti al mercato delle serve yazide dove i miliziani dell'Isis acquistano quelle che diventeranno le loro sguattere, o peggio le loro schiave sessuali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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