Egitto, attrice incriminata: "Indossava vestito troppo corto"

Contro la donna non si sono schierati soltanto gli ambienti islamici radicali, ma anche il sindacato degli attori egiziani e autorevoli media indipendenti

Egitto, attrice incriminata: "Indossava vestito troppo corto"

Un’attrice egiziana è stata recentemente incriminata da una Corte del Cairo per “atti osceni in luogo pubblico”. Ad avviso dei magistrati, la donna si sarebbe presentata a un evento ufficiale con indosso un abito “offensivo nei confronti della morale islamica”.

L’imputata si chiama Rania Youssef e avrebbe commesso tale “reato” pochi giorni fa, in occasione della cerimonia di chiusura del Cairo International Film Festival. Durante la serata di gala, costei avrebbe attirato l’attenzione dei fotografi e dei cameramen a causa del suo vestito “eccessivamente corto”, il quale avrebbe reso “troppo visibili” le gambe della donna. Le immagini “scandalose” della Youssef hanno subito provocato l’indignata reazione degli ambienti conservatori islamici. Questi ultimi hanno immediatamente sollecitato la magistratura a “sanzionare in tempi rapidi” l’attrice “blasfema” e hanno poi invitato le televisioni nazionali a “non mandare mai più in onda” i film nei quali la Youssef ha finora recitato. La Procura della capitale egiziana ha subito raccolto l’appello lanciato dalle autorità sunnite per una “tempestiva condanna” della donna, avviando un procedimento penale a carico di quest’ultima. Per il reato di “atti osceni in luogo pubblico”, la legge del Paese arabo, ispirata ai precetti della Shari'a, prevede una condanna a “cinque anni di carcere”.

L’attrice ha ultimamente pubblicato sulle proprie pagine social diversi “messaggi di scuse”: “Non era affatto mia intenzione”, ha precisato, “mancare di rispetto ai valori e alla sensibilità religiosa della società egiziana. Il mio stilista ha realizzato quel vestito ispirandosi alle mise utilizzate abitualmente dalle dive di Hollywood durante gli eventi ufficiali. Non immaginavamo che la foggia dell’abito potesse causare una protesta così forte nel Paese.”

Per il momento, l’imputata ha ricevuto pochi attestati di solidarietà. Il sindacato degli attori egiziani ha disposto l’apertura di un procedimento disciplinare nei riguardi della Youssef, ritenuta responsabile di “condotta lesiva dei valori cari alla nostra società”. Tramite un comunicato, l’associazione ha precisato: “Nonostante difendiamo con forza la libertà di espressione, non possiamo assolutamente tollerare che rappresentanti del mondo del cinema o dello spettacolo compiano gesti provocatori nei confronti della sensibilità della popolazione. Gli attori sono degli esempi per la collettività e, di conseguenza, ogni loro azione può influire in maniera profonda sulla vita delle persone.” Critiche alla diva del cinema nazionale sono state espresse anche dal quotidiano indipendente Al-Shorouk, uno dei più autorevoli organi di informazione del Paese.

Emad Hussein, direttore della testata, pur ribadendo il proprio impegno a difesa della “libertà di vestirsi”, ha biasimato la Youssef per avere osservato un “comportamento sbagliatissimo” e per avere “volontariamente cercato lo scontro con le autorità religiose”.

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