Gb, comunità musulmana contro spettacolo teatrale "blasfemo"

Il governo May si è schierato senza indugi a difesa della libertà di espressione, condannando le intimidazioni rivolte da ambienti islamici estremisti agli autori della commedia

Gb, comunità musulmana contro spettacolo teatrale "blasfemo"

In Gran Bretagna si riaccende il dibattito intorno ai limiti del diritto alla satira. Una delle maggiori compagnie teatrali inglesi ha infatti ideato di recente una commedia definita “blasfema” dalla comunità musulmana. La compagnia allestirà prossimamente il controverso spettacolo a Birmingham, città caratterizzata da un’alta percentuale di immigrati islamici. La polizia locale ha già rafforzato le misure di sicurezza in vista dell’arrivo nella metropoli degli attori “blasfemi”.

La Royal Shakespeare Company ha da poco proposto al pubblico un riadattamento della commedia di Molière Il Tartufo. Nella nuova versione dell’opera, al posto del sacerdote ciarlatano intenzionato a prendersi gioco di una famiglia facoltosa vi è un imam ipocrita e truffatore. La commedia è già stata portata in scena a Stratford-upon-Avon, città natale di William Shakespeare, e ha subito scatenato un vespaio di polemiche. Gli autori del riadattamento hanno presentato lo spettacolo come una “satira diretta a smascherare l’ipocrisia delle massime autorità di qualsiasi religione”. Pur essendo consapevoli dei pericoli ai quali vanno incontro per avere ridicolizzato la figura dell’imam, i responsabili della compagnia ribadiscono gli “effetti benefici per l’autonomia di pensiero del pubblico” riconducibili alla discutibile commedia.

Iqbal Khan, regista dello spettacolo, ha affermato: “Sono consapevole del fatto che prendere in giro l’Islam possa offendere molti spettatori e ci possa esporre al pericolo di ritorsioni. Tuttavia, il nostro intento è proprio lanciare una provocazione forte al pubblico e sottoporre all’attenzione di quest’ultimo argomenti scabrosi. La presenza di un imam tra i protagonisti de Il Tartufo è dovuta all’esigenza di adeguare la trama concepita da Molière all’attuale contesto sociale britannico, caratterizzato dal multiculturalismo e dalla inarrestabile perdita di autorevolezza subita da ogni istituzione religiosa.”

Anil Gupta, uno degli autori del riadattamento, ha ribadito la volontà della compagnia di “mettere a disagio” gli spettatori: “Lo spettacolo è destinato a provocare reazioni indignate, ma il nostro unico fine è svelare, senza inibizioni, la colossale ipocrisia osservata costantemente dalle autorità religiose. D’altronde, i commediografi hanno sempre avuto la missione di fare emergere le condotte sociali più compromettenti e di fustigarle liberamente.”

L’Association of British Muslims, in una nota, ha duramente condannato lo spettacolo ideato dalla Royal Shakespeare Company: “Il diritto alla satira va esercitato entro confini precisi, posti a salvaguardia della sensibilità dei credenti. Ridicolizzare la figura dell’imam è un atto blasfemo, in quanto incoraggia la gente a ridere di tutti coloro che hanno scelto di dedicarsi, giorno e notte, alla predicazione del Corano.”

Il governo di Sua Maestà ha difeso l’iniziativa della compagnia teatrale, rimarcando l’importanza della libertà di espressione nelle società pienamente democratiche. Jeremy Wright, Ministro della Cultura, ha commentato con queste parole il vespaio di polemiche generato dalla commedia “blasfema”: “Nel Regno Unito, la libertà di espressione è garantita contro qualsiasi pulsione antidemocratica.

Eventuali critiche per il contenuto dell’opera teatrale vanno rivolte agli autori di quest’ultima e non al governo. Tuttavia, le autorità non possono tollerare che l’esercizio del diritto alla satira venga ostacolato da intimidazioni provenienti da ambienti religiosi estremisti.”

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