Esplode deposito di munizioni in Russia. E Putin minaccia nuove rappresaglie

Fiamme a Belgorod all'interno di un deposito di munizioni, si sospetta un'azione di sabotaggio. Intanto in Ucraina le forze di Mosca provano a spingere da sud

Esplode deposito di munizioni in Russia. E Putin minaccia nuove rappresaglie

Preoccupano più fronti in Ucraina. Anche nella notte appena trascorsa le sirene di allarme aereo e le notizie circa nuovi scambi di artiglieria si sono succedute rapidamente e hanno riguardato più zone del Paese. Ma nelle ultime ore, proprio mentre Vladimir Putin fa sapere all'Onu che non ci sarà alcun accordo "senza la Crime e il Donbass" e che sono pronte nuove rappresaglie, l'episodio che ha destato più attenzione si è verificato in territorio russo.

Il deposito di munizioni in Russia

Un deposito di munizioni infatti è andato in fiamme non lontano da Belgorod, importante città russa vicino il confine con l'Ucraina. A renderlo noto è stato il governatore della regione di Belgorod. "Ho appena contattato il capo dell'insediamento rurale di Golovinsky, Denis Zolotukhin - ha scritto su Telegram il governatore Gladkov - Secondo le informazioni preliminari, un deposito di munizioni è in fiamme vicino al villaggio di Staraya Nelidovka". Non ci sarebbero vittime tra i civili, ma i danni sono ingenti.

Da capire cosa possa aver provocato l'incendio. Si teme un sabotaggio, ma è possibile anche l'azione di un drone ucraino. Anche perché poche ore dopo le prime segnalazioni dell'incendio, è arrivata la notizia dell'attivazione del sistema di difesa aerea in diverse regioni russe vicino al confine, tra cui la stessa Belgorod, oltre che Kursk e Voronezh. Da quest'ultima località sono arrivati video che mostrano l'antiaerea russa colpire un obiettivo. Anche se fonti bielorusse hanno parlato di un'esercitazione congiunta svolta tra le forze di difesa di Minsk e quelle di Mosca.

I raid in Ucraina

Altri raid hanno interessato la città di Kharkiv, la seconda più grande del Paese e tra le più colpite dall'inizio della guerra. Nel pomeriggio di ieri si è avuta notizia di almeno tre morti tra i civili, nella notte sarebbero stati colpiti altri obiettivi ma non si hanno al momento novità sul coinvolgimento della popolazione. Colpita, sempre nell'est dell'Ucraina, anche la regione di Poltava.

C'è poi il fronte di Zaporizhzhia, dove si continua a sparare. Martedì alcuni missili sono piovuti non lontano dalla centrale nucleare conquistata dai russi a marzo, lontana circa 20 km dalla città. Attualmente si sta combattendo più ad est del centro. Le truppe di Mosca stanno provando ad avanzare in questa zona per provare ad accerchiare le regioni del Donbass in mano all'esercito di Kiev. Scontri importanti in tal senso sono stati segnalati nella cittadina di Huliaipole.

Una morsa a tenaglia che sembrerebbe essere coordinata con le azioni che la Russia sta compiendo più a nord e, in particolare, lungo il fronte di Izyum, strategica località tra Kharkiv e Lugansk. Se i russi dovessero avanzare su questi due fronti, il forte rischio per centinaia di soldati di Kiev è quello di ritrovarsi accerchiati in città importanti quali Severodonetsk, Slovjansk e Kramatorsk.

Il fronte sud

Altri allarmi hanno riguardato Odessa e Mykolaiv, le due città più importanti della costa ucraina del Mar Nero. Martedì dei raid hanno parzialmente distrutto un importante ponte sul Dnestr che permetteva il passaggio tra Odessa e la regione storica della Bessarabia, al confine con la Romania.

Segno di come i russi avrebbero intenzione di isolare l'area, in vista di una possibile futura offensiva. Del resto più volte negli ultimi giorni il sindaco di Mykolaiv, a metà strada tra Kherson e Odessa, ha parlato del timore di vedere trasformata la città in una nuova Mariupol.

Guterres atteso a Kiev

A livello diplomatico nella notte non sono emerse importanti novità. A tenere banco è lo stop alla forniture di gas a Polonia e Bulgaria da parte di Mosca, annunciato tra il pomeriggio e la tarda serata di ieri.

Questa mattina in effetti sembrerebbe che il flusso versi questi due Paesi, i cui governi si sono rifiutati di pagare il gas in Rubli, sembrerebbe rallentato.

C'è attesa a Kiev intanto per la visita di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite che martedì ha incontrato a Mosca il presidente russo Vladimir Putin.

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