F-35A: l'Air Force Usa valuta riduzione della flotta

I previsti costi di gestione della flotta Lightning II sono insostenibili per gli Stati Uniti. Il possibile taglio riguarda 590 dei 1763 F-35A pianificati.

F-35A: l'Air Force Usa valuta riduzione della flotta

A causa degli elevati costi operativi e di manutenzione, la United States Air Force potrebbe essere costretta a cancellare 590 dei 1763 F-35A pianificati, pari ad un terzo della flotta nella sua variante a decollo ed atterraggio convenzionale. E’ questa la valutazione ufficiale realizzata dall'USAF sull’impatto economico che l’F-35 avrà sui bilanci della forza aerea fino al 2070. Il documento è stato ottenuto da Bloomberg News. Per evitare di tagliare 590 dei 1763F-35A pianificati, l’Air Force dovrà trovare un modo per ridurre i costi operativi e di supporto fino al 38% nei prossimi dieci anni.

Gli Stati Uniti dovrebbero acquistare 1763 F-35A per l’Air Force, 353 F-35B e 67 F-35C per il Corpo dei Marine e 260 F-35C per la US Navy. I costi di sviluppo, acquisizione e produzione sono ora stabilizzati a 406 miliardi di dollari. L’F-35 del 1994 sarebbe dovuto costare 28 milioni di dollari per l’Air Force, 35 milioni di dollari per il Corpo dei Marine e 38 milioni di dollari per la Marina.

Tuttavia sono i futuri costi operativi e di manutenzione della flotta F-35 Lightning II che potrebbero limitare il numero di piattaforme tattiche che l'USAF riuscirà realisticamente ad acquistare e schierare. I costi di gestione stimati fino alla fine della vita utile del programma F-35, prevista nel 2070, sono pari ad 1,1 trilione di dollari. Qualsiasi decisione del Pentagono sarà comunque vincolante per tutti i partner JSF poiché è proprio l’ordine statunitense a mantenere vivo il programma e rendere ininfluenti i caccia venduti all’estero. L’Air Force conferma che la valutazione è stata completata lo scorso dicembre: “Sarebbe prematuro in questo momento valutare la riduzione degli ordini previsti”.

In base all’analisi effettuata, l’Aeronautica Militare degli Stati Uniti stima una spesa annuale di 3,8 miliardi di dollari in soli costi di manutenzione. Circa la metà del capitolo di spesa (gestione del programma, strutture logistiche, riparazione dei componenti, software ed ingegneria) andrà a Lockheed Martin. Lo scorso gennaio Ellen Lord, Sottosegretario alla Difesa per l’Acquisizione dei sistemi d’arma, affermò che l’Air Force non avrebbe potuto permettersi i costi di mantenimento dell' F-35. Per il Ministero della Difesa britannico “le prestazioni dell’F-35 sono in linea con quanto è stato promesso, ma l'utilizzo di una piattaforma così costosa e complicata presenta delle sfide per la futura messa in campo futura delle piattaforme”.

Il programma F-35 dell'Italia

L’Italia ha acquistato 90 F-35: trenta nella versione B (15 previsti per la Marina ed altri 15 per l’Aeronautica, mentre tre saranno permanentemente destinati negli Stati Uniti per operare presso l’Integrated Training Center) e sessanta F-35A, variante a decollo ed atterraggio convenzionale. La FACO di Cameri è di proprietà del Governo italiano ed è gestita da Finmeccanica-Alenia Aermacchi in collaborazione con Lockheed Martin. Le attività produttive per l’F-35 presso la FACO sono iniziate a luglio 2013 e nel marzo dello scorso anno è avvenuto il roll-out del primo F-35 per l’Italia, l’AL-1. I novanta F-35 sostituiranno gli AV-8 Harrier, i Tornado Panavia e gli AMX in dotazione all'Aeronautica ed alla Marina italiana. Ancora oggi, per compiti tattici multiruolo l’Italia utilizza i Tornado e gli Amx. Il primo è stato pensato, disegnato e costruito per penetrare a bassissima quota e ad altissima velocità il territorio sovietico, sganciando il proprio carico bellico sui siti d’interesse strategico, seguendo il profilo del terreno a mille chilometri orari. Tecnica efficace in un contesto bellico che si sarebbe potuto svolgere trent’anni fa. L’economico Amx, aereo d’attacco al suolo leggero è entrato in servizio nel 1989. Fu concepito come il fratello minore del Tornado, in grado di compiere tutte le missioni che non avrebbero richiesto il grado di efficienza tecnologica del Panavia. Anche l’Amx, però, ha ormai raggiunto la fine del proprio ciclo operativo. L’Aeronautica Militare italiana quindi, ha le necessità di sostituire i propri velivoli multiruolo, circa 250, da affiancare all’EFA 2000 (che probabilmente non raggiungerà mai il suo pieno sviluppo a causa del suo Dna pre-stealth), che non può svolgere le missioni multiruolo precedentemente effettuate dall’F-16 Falcon.

F-35: Continuano le trattative per l’undicesimo lotto

Attualmente il Dipartimento della Difesa è in trattative con Lockheed Martin per l’acquisizione dell’undicesimo lotto. Il decimo lotto F-35 (LRIP 10) in low-rate initial production comprende 90 aerei: 55 per le forze armate statunitensi (44 F-35A per l’Air Force, 9 F-35B per il Corpo dei Marine, 2 F-35C per l’US Navy) e 35 per i partner internazionali. Rispetto al precedente lotto, il prezzo unitario delle tre varianti si è ridotto. Con il lotto numero 10, il prezzo di un F-35A è pari a 94,6 milioni di dollari, con una riduzione del 7,3% rispetto al precedente lotto. 122 milioni ed 800 mila dollari per la versione B, con una riduzione del 6,7% rispetto al lotto 9. Il costo di un F-35C, infine, è di 121 milioni ed 800 mila dollari, con riduzione del 7,9% rispetto al Lotto 9. Aumentando il tasso di produzione, il prezzo dell’F-35 continuerà a diminuire. Lockheed stima un costo unitario di 80/85 milioni di dollari entro il 2020 con 35 mila ore di lavoro. Il Naval Air Systems Command dell’US Navy ha accordato 1,46 miliardi di dollari a Lockheed Martin per la produzione iniziale a bassa velocità (LRIP) dei lotti 13 e 14. Il contratto di acquisizione anticipata della Marina USA finanzia l'acquisizione dei componenti per la produzione di 145 F-35 per gli Stati Uniti ed i clienti stranieri.

Il destino dei primi 200 F-35

"I test fino ad oggi effettuati hanno dimostrato che sono necessarie riparazioni e modifiche ai progetti di produzione e retrofit per i velivoli già consegnati".

Quasi 200 F-35 acquistati dal Pentagono a prezzo pieno per un valore pari a 40 miliardi di dollari, dovrebbero essere smantellati poiché i fondi necessari per aggiornarli alla configurazione da combattimento potrebbero minare i futuri lotti di acquisizione (circa 36 F-22 rimangono nella configurazione block 20). Già nel 2015 il tester del Pentagono rilevava che “la modernizzazione delle versioni precedenti potrebbe rivelarsi troppo costosa in un ambiente fiscalmente limitato”. L’Air Force avrebbe già deciso in tal senso: si attende soltanto il via libera del Congresso per i 108 F-35A, versione ad atterraggio e decollo convenzionale, attualmente in configurazione software 2B. Sono necessarie almeno 150 modifiche per portare ogni F-35A Block 2B al 3F. Altri 81 F-35 acquisiti nello stesso ciclo di produzione, 53 dal Corpo dei Marine nella variante a decollo corto e atterraggio verticale e 28 dalla US Navy nella configurazione imbarcata, seguiranno la stessa sorte. Complessivamente quasi 200 F-35, per un valore di 40 miliardi di dollari, saranno smantellati ed utilizzati come pezzi di ricambio.

I costi della concurrency

Ancora oggi la produzione F-35 prosegue è a ritmo ridotto essendo un progetto in divenire. Questa tecnica è nota negli Stati Uniti come concurrency, cioè produzione ridotta dei velivoli che rappresentano il banco di prova per la futura costruzione seriale. In questo modo si dovrebbero ridurre i tempi di sviluppo, anche se i costi restano considerevoli. La concurrency era già utilizzata a partire dalla seconda guerra mondiale negli Stati Uniti ed i suoi costi erano così dire tollerati da un paese in guerra, sempre alla ricerca di nuove armi da schierare contro il nemico. I 108 F-35A dell’Air Force che saranno smantellati sono costati circa 21 miliardi di dollari, di cui sette per le attrezzature di supporto necessarie per acquisire un aereo in grado di volare. Tutti i lotti di produzione F-35 acquisiti dal 2007 al 2014 sono costati ai contribuenti americani quasi 40 miliardi di dollari. Come è noto, il Pentagono prevede di acquistare altri 600 F-35 in diverse configurazioni prima ancora di avviare la produzione seriale. Per il 2018 Lockheed Martin ha già ricevuto fondi per produrre 90 F-35 che si uniranno ai 266 precedentemente acquistati a basso tasso di produzione. Il Pentagono continua ad impegnarsi in lotti di acquisizioni prima ancora che lo sviluppo ed i test siano conclusi. Sarebbe opportuno rilevare che nella sua richiesta di budget per il 2018, l’Air Force suggerisce 213 modifiche strutturali e non che vanno ben oltre i semplici aggiornamenti software. Già nel 2016, il Government Accountability Office o GAO identificava una spesa supplementare di 1,4 miliardi di dollari per risolvere i problemi già noti e 386 milioni di dollari per correzioni anticipate che dovevano ancora essere identificate. Il Pentagono ritiene più conveniente acquistare nuovi F-35 che aggiornare quelli di prima generazione acquistati, tuttavia i test sono ancora in corso ed ulteriori modifiche e correzione saranno inevitabili.

Lockheed: Iniziano i test di combattimento intensivi

Secondo la timeline della Lockheed, dal prossimo settembre dovrebbero iniziare i test di combattimento intensivi, già in ritardo di dodici mesi, ma necessari per autorizzare la produzione di massa. I test dovrebbero concludersi entro il quarto trimestre del 2019. Tuttavia nonostante la persistenza di problemi tecnici e di affidabilità, il Dipartimento della Difesa spinge per accelerare la produzione F-35.

“1.748 delle 2.769 carenze identificate nel rapporto annuale del 2016 sono state risolte. 1748 processi di revisione sono ormai conclusi, tuttavia solo per 88 dei 301 problemi di Priorità 1 e 2 vi sono dei processi in revisione in corso. 213 carenze non sono state ancora risolte”.

Dati alla mano, entro la fine dei test necessari per dimostrare l’efficacia operativa dell’F-35, saranno già stati prodotti per i soli Stati Uniti 600 F-35, il 25% dei 2.456 pianificati.

Sono 265 gli F-35 consegnati fino ad oggi. Lockheed Martin ha già annunciato che le 66 piattaforme tattiche consegnate nel 2017 rappresentano il 40% in più di quelle realizzate nel 2016. Il volume di produzione stimato a partire dal 2023 è di 160 F-35 l’anno.

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