Flop sicurezza e antincendio: ecco tutte le falle dietro il rogo di Notre-Dame

L'incendio dopo due allarmi. Il procuratore: "Nulla indica che sia stato un atto volontario". Ma l'inchiesta dovrà sciogliere tutte le domande sul rogo

Flop sicurezza e antincendio: ecco tutte le falle dietro il rogo di Notre-Dame

Le indagini sono partite a tappeto. Non era stato ancora domato l'incendio, che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame, che la Direzione regionale della Polizia giudiziaria, a cui è stata affidata l'inchiesta, era già al lavoro per cercare di stabilire quanto prima le cause del rogo. Ieri sera è stata, infatti aperta un'indagine per "disastro colposo causato da incendio". Sono stati esclusi il movente criminale, l'atto vandalico e l'attentato terroristico. Eppure, come sottolinea oggi il Messaggero, restano in piedi una quantità di domande a cui tutti i francesi pretendono venga data una risposta. In primis, perché i vigili del fuoco parigini hanno tardato tanto a intervenire e non lo hanno fatto usando i mezzi aerei? Ma non solo.

La causa scatenante

​"È una catastrofe per tutti che riguarda tutti: cattolici e non cattolici". Per Jean Marie Dubois, cancelliere della Capitolo di Notre-Dame, non è solo un luogo sacro ma un luogo fondamentale per la storia della Francia. "Personalmente - spiega all'agenzia Adnkronos - mi è particolarmente caro perché è il luogo dove ha avuto luogo la mia ordinazione sacerdotale". Il dolore dei canonici della cattedrale è il dolore di tutti i francesi. Ed è per questo che la magistratura sta correndo contro il tempo alle domande che si stanno ponendo tutti quanti in queste ore. La pista che seguono gli inquirenti è quella dell'incendio accidentale. "Attualmente - ha annunciato il procuratore Rémy Heitz - non vi sono indicazioni che vadano in direzione di un atto volontario". Si guarda ai lavori di ristrutturazione del tetto della cattedrale avviati nell'estate dell'anno scorso. La scorsa notte i magistrati dell'ufficio della procura di Parigi hanno già sentito i quindici operai che ieri lavoravano nel cantiere. "In questa fase dell'indagine - ha rimarcato Heitz - viene privilegiata la pista dell'incidente". Al vaglio, secondo Le Parisien, i lavori di saldatura sul telaio di legno. È da lì che sarebbe partita la prima scintilla.

Il cantiere incustodito

Secondo i primi elementi dell'indagine, è proprio nel tetto che hanno inziato a divampare le fiamme che hanno poi divorato Notre-Dame. Eppure c'è ancora molto da chiarire perché il tetto è un punto difficile da raggiungere, dal momento che è circondato dalle impalcature. "Al momento dello scoppio delle fiamme - ha fatto sapere il portavoce del monumento - tutti gli operai avevano lasciato il sito". Ai lavori partecipano cinque società, che operano sotto la responsabilità della sovrintendenza architettonica dei monumenti storici e dello Stato, eppure nessuna di queste ha mai pensato alla sicurezza. Il cantiere è stato lasciato incustodito e non è mai stato impiantato un sistema antincendio valido. Queste perché, come spiega il Corriere della Sera, rischiano di essere molto dannosi. "Non sono infallibili, si innescano molto velocemente - ha spiegato l'ex capo dei pompieri parigini, Gilles Glin - e rischiano di distruggere opere inestimabili. Fanno correre rischi e in un contesto simile causano più danni che altro".

L'intervento dei pompieri

"In un cantiere di questo tipo - ha spiegato al Messaggero l'ingegnere Guido Parisi, direttore centrale emergenza dei nostri vigili del fuoco - un sistema anti incendio normalmente è previsto". Ma qualcosa non deve aver funzionato come si deve. Gli allarmi sono, infatti, scattati ben due volte. "La prima alle 18:20, ma dopo un'ispezione non era stato trovato fuoco - ha rivelato Heitz - la seconda alle 18:43, e il fuoco a quel punto c’era". E così le fiamme hanno avuto tutto il tempo per propagarsi e bruciare tutto il tetto. L'ubicazione della cattedrale, in pieno centro e a due passi dalla Senna, ha impedito ai mezzi pesanti di raggiungere il luogo dell'incendio.

Al tempo stesso non è stato possibile far alzare in volo i Canadair perché, come spiega le Monde, lanciare "sei tonnellate di acqua ad alta velocità verso il suolo" avrebbe potuto ferire i passanti. "Il fumo verso l'alto riduce la visibilità - ha, infine, aggiunto Parisi - e complica un intervento aereo".

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