Sbarchi, quei buchi nei controlli: così il terrorista entrò in Europa

In Francia scoppia la polemica sui mancati controlli ai migranti: il 18enne, che a Parigi ha accoltellato due persone, era arrivato in Europa come minore non accompagnato

Sbarchi, quei buchi nei controlli: così il terrorista entrò in Europa

Dopo che la Francia è stata colpita, ancora una volta, da un’azione omicida da parte di un immigrato, sono iniziate le polemiche riguardo i pochi e insufficienti controlli verso i migranti più giovani. Il 18enne che a Parigi ha accoltellato due persone perché non sopportava le caricature su Maometto, era infatti arrivato in Europa come minore non accompagnato. Quando è stato fermato dai gendarmi, il giovane ha subito ammesso di essere lui l’autore dell’aggressione avvenuta lo scorso venerdì, vicino alla ex sede parigina del giornale satirico Charlie Hebdo, provocando due feriti, un uomo e una donna, dipendenti dell'agenzia di stampa e società di produzione Premierès Lignes Télévision. Senza sapere che la redazione si era trasferita in un luogo segreto in seguito all’attentato terroristico avvenuto il 7 dicembre del 2015.

Agli investigatori, Ali H., pakistano nato a Islamabad il 10 agosto del 2002, ha detto di non sopportare la ripubblicazione delle caricature su Maometto da parte di Charlie, avvenuta proprio alla vigilia dell’inizio del processo. In poche parole, secondo lui, avrebbe agito per Allah. L'Islam c’entra eccome, smentendo coloro che invece non attribuivano agli islamisti l’ultimo attentato, e avevano anzi attaccato il ministro dell'Interno Gérald Darmanin, che aveva subito parlato di un attacco terroristico islamico. Circa tre settimane fa vi erano state in Pakistan proteste da parte degli islamisti con tanto di bandiere francesi date alle fiamme e insulti al presidente Macron. Oltre alle ben note minacce agli infedeli, destinati alla decapitazione se insultano il profeta.

Dubbi sull'età del fermato: è forse più vecchio

Ancora non è chiaro se il 18enne fermato abbia dato le sue reali generalità. Secondo quanto reso noto da Le Parisien, il giovane sarebbe giunto in Francia nell’agosto del 2018, privo di documenti. Subito sarebbe stato preso in consegna dai servizi sociali del Val d'Oise, a nord di Parigi. Attraverso l’Ase, l’Aide Sociale à l'Enfance, avrebbe quindi beneficiato di vitto e alloggio. Poco dopo però sarebbero sorti dei dubbi relativi alla sua vera età. Il 18enne sembra infatti più vecchio degli anni da lui dichiarati. A quel punto, il consiglio dipartimentale del Val d'Oise aveva chiesto di accertare l’età del ragazzo utilizzando dei test medici sulle ossa. Il 19 luglio 2019, il tribunale minorile di Cergy-Pontoise aveva però negato l’autorizzazione a procedere al controllo e Ali era tornato a beneficiare degli aiuti, e della protezione, dei servizi sociali francesi. Il consiglio dipartimentale del Val d’Oise aveva fatto sapere che “durante tutto il periodo in cui è stato preso in carico dall'Ase, i servizi sociali non hanno osservato nessun segno di radicalizzazione”.

Un video confermerebbe la premeditazione

Niente a suo carico, in Francia non era stato neanche schedato nella banca dati dell'intelligence parigina, come invece capita per molti altri. Solo un precedente per porto abusivo di armi. Lo scorso giugno, era stato infatti fermato alla Gare du Nord di Parigi, perché aveva usato un cacciavite come arma. Il tribunale dei minorenni aveva però ritenuto sufficiente un semplice richiamo alla legge, senza prendere ulteriori provvedimenti. Una volta diventato maggiorenne, nel mese di agosto, Ali aveva smesso di essere seguito dai servizi sociali ed era andato a vivere a Pantin, una banlieue a nord della Capitale, con altri 10 suoi connazionali.

Secondo quanto riportato dal settimanale Le Point, sarebbero al momento nove i soggetti in stato di fermo nell'inchiesta relativa all'attentato di venerdì scorso. Tra questi vi sarebbe anche un 16enne, il fratello minore di Ali.

Come affermato dal settimanale francese, vi sarebbe anche un video nel quale Ali, vestendo l’abito tradizionale islamico, terrebbe un discorso contro Charlie Hebdo. Al momento il video sarebbe al vaglio degli inquirenti che si stanno occupando anche della sua traduzione. Nel caso venisse confermato quanto ipotizzato, si parlerebbe a quel punto di premeditazione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica