Ancora grane per Donald Trump. Questa volta è la giornalista Elizabeth Jean Carroll ad accusare il presidente degli Stati Uniti. E lo fa attraverso le pagine del suo nuovo libro. La giornalista, conosciutissima opinionista che nel 1993 si era occupata anche della posta del cuore della rivista Elle, “Ask E.Jean”, ha accusato apertamente Trump di averla molestata e poi violentata 23 anni fa, nel 1996. Lo stupro, secondo quanto raccontato nero su bianco dalla Carroll, sarebbe avvenuto all’interno di un camerino del grande magazzino sulla fifth Avenue di New York, Bergdorf and Goodmann, situato proprio vicino alla Trump Tower.
Il presidente ovviamente ha subito respinto tutte le accuse mosse nei suoi confronti dalla giornalista, ora 75enne, affermando di non averla mai incontrata: “Si tratta solo di false accuse fatte solo per spingere le vendite del libro”. Trump ha affidato la sua replica a una nota diffusa dalla Casa Bianca. Ai tempi del presunto stupro Donald Trump era solo un miliardario. La Carroll ha rilasciato la sua intervista al New York Magazine, con tanto di foto che la ritrae con il suo libro in bella mostra. E, a suo dire, con lo stesso soprabito indossato il giorno della violenza, da allora conservato in un armadio. Secondo quanto raccontato dalla giornalista il loro incontro fu del tutto casuale.
Entrambi si trovarono per caso all’interno del grande magazzino di lusso della Grande Mela, quando l’allora immobiliarista la riconobbe. Una chiacchiera tira l’altra e così si ritrovarono a vagare per le corsie del negozio in cerca di un regalo per un’amica di Trump. Lui le avrebbe infatti chiesto un piccolo aiuto nella scelta. Sempre secondo il racconto della Carroll arrivarono nel reparto dell’intimo, dove il miliardario le chiese di provare un body di pizzo. E qui comincerebbe la violenza. Quando la giornalista entrò nel camerino, lo fece anche Trump, in modo violento “Mi spinse contro la parete, colpendomi alla testa molto forte e mise la bocca sulle mie labbra” racconta la Carroll, per poi proseguire con alcuni dettagli. Come per esempio che il tutto durò circa tre minuti.
La presunta vittima decise di non denunciare la violenza subita, raccontò solo quanto avvenuto a due amiche. Alla domanda dell’intervistatrice sul perché non l’abbia fatto, la Carroll ha ammesso di essere una vigliacca e di aver avuto paura. Un uomo troppo potente, con centinaia di avvocati pronti a difenderlo, se lo avesse fatto, la sua vita si sarebbe trasformata in un inferno. La Casa Bianca ha fatto sapere di aver chiesto a Bergdorf Goodmann se avessero delle registrazioni video riguardanti l’accusa. Nulla. Assolutamente nulla.
Il presidente ha anche attaccato il New York Magazine per lo scoop fatto. Secondo Trump solo un modo per vendere copie, come per il libro della Carroll. Certo che questa accusa di violenza arriva proprio in un periodo non facile per il presidente, in piena crisi con l’Iran.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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