Ancora una volta un barchino di migranti è affondato nel Mar Egeo, tentando la traversata dalle coste della Turchia a quelle della Grecia. E ancora una volta, purtroppo, i passeggeri hanno trovato la morte. Ma oggi, se possibile, la notizia è ancora più dolorosa perché ad annegare nelle acque del Mediterraneo orientale sono stati 5 bambini e 2 donne.
Nella tarda serata di ieri al largo della località turca di Cesme una piccola imbarcazione con a bordo almeno 18 persone fra iracheni, somali e siriani è affondata nello stretto braccio di mare che separa la provincia turca di Smirne dall'isola greca di Chios. Le operazioni di salvataggio, in cui sono state impiegate tre navi e un elicottero, non sono riuscite ad evitare la morte di sette persone.
Le autorità della guardia costiera anatolica hanno fatto sapere di essere alla ricerca di un altro migrante che risulta disperso. Si tratterebbe del presunto scafista che avrebbe abbandonato il natante al momento del naufragio e che ora è ricercato. Va ricordato, però, che spesso gli scafisti salgono a bordo delle imbarcazioni soltanto per pochi metri, affidando poi il timone ad un passeggero, proprio per evitare di essere catturati dalle forze dell'ordine.
Secondo i dati dell'Agenzia Onu per i rifugiati, al 25 luglio scorso nel 2017 erano arrivati in Grecia 10783 migranti, in gran parte provenienti da Siria ed Iraq. Solo nelle ultime 24 ore ne sono stati soccorsi 170, secondo i dati forniti dalla guardia costiera greca.
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