Ad Haiti un senatore ha cercato di disperdere dei manifestanti schierati davanti al locale Parlamento aprendo il fuoco con la sua pistola.
Il senatore Jean-Marie Ralph Fethiere, un membro del partito al potere ad Haiti, si stava recando in Parlamento – a Port au Prince – quando diversi manifestanti, gesticolando e urlando, hanno cercato di aprire la portiera del veicolo bianco che lo accompagnava.
Così il senatore Fethiere, che indossava una giacca nera e un paio di jeans, ha pensato di estrarre la sua pistola, a quanto pare regolarmente detenuta, ed ha aperto il fuoco (qui il video). Il parlamentare ha esploso diversi colpi, facendo fuggire in varie direzioni le persone che attorniavano la sua auto. Poi è rientrato all'interno del veicolo ed è uscito rapidamente dal parcheggio.
Il senatore ha affermato di aver agito per legittima difesa ma il suo gesto ha causato il ferimento, seppur lieve, di un fotografo della Associated Press, che stava svolgendo il suo lavoro davanti il Parlamento, e di una guardia di sicurezza, Leon Leblanc, colpito allo stomaco. "Mi sono difeso. La legittima difesa è un diritto sacro", ha detto Fethiere ai media, aggiungendo di non essere a conoscenza del fatto che il fotografo Dieu-Nalio Chery fosse stato leggermente ferito. Secondo la Reuters, infatti, Chery sarebbe stato colpito di striscio alla mascella dal frammento di uno dei proiettili esplosi dal senatore.
Mentre accadeva questo increscioso fatto, il primo ministro Fritz-William Michel, nominato alla fine dello scorso luglio, stava per comparire, insieme ai suoi ministri, proprio al Senato per la ratifica del suo programma politico generale, un passo essenziale per potere cominciare ufficialmente la sua attività di governo.
Dopo la diffusione della notizia degli spari, la sessione del Senato è stata rinviata a tempo indeterminato mentre il presidente haitiano Jovenel Moise ha annullato il suo viaggio a New York, dove avrebbe dovuto partecipato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, mentre centinaia di manifestanti (molti indossando maschere) hanno invaso le strade della capitale per esprimere il loro malumore proprio contro Moise.
Alcuni manifestanti hanno collocato delle barricate lungo diverse strade, altri hanno fracassato le vetrine dei quartieri commerciali della capitale e incendiato due veicoli, altri ancora hanno saccheggiato e dato alle fiamme un negozio del centro. I manifestanti hanno cercato di rappresentare la rabbia della gente che è furiosa per la carenza nel paese caraibico sia di carburante che di cibo.
I manifestanti, che per la carenza di carburante danno la colpa proprio al presidente Moise, ad un certo punto, si sono scontrati fuori da un hotel con le autorità di sicurezza perché hanno creduto, erroneamente, di trovare proprio nell’albergo alcuni membri del parlamento.
Haiti negli anni passati si era affidata per gli approvvigionamenti di carburante al vicino Venezuela.
Ma lo scorso anno le turbolenze economico-sociali venezuelane hanno costretto Haiti, una nazione di 11 milioni di abitanti considerata la più povera dell'emisfero occidentale, a ricercare nuove mercati per rifornirsi di "oro verde".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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