François Hollande torna a far sentire la propria voce affinché il parlamento francese approvi una legge che consenta ai medici "il diritto di mantenere in stato di sedazione profonda e continua" i malati terminali. Si parla di nuovo di eutanasia, in Francia, dopo il caso di Vincent Lambert, il tetraplegico in stato vegetativo da sei anni la cui moglie vuole che non sia più tenuto in vita artificialmente, mentre i genitori si battono perché rimanga in vita. Il caso è in mano alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
Hollande non si è mai pronunciato direttamente a favore del cocktail letale, ed ha evitato di usare i termini "eutanasia" e "suicidio assistito", per non urtare i cattolici. Però torna a invocare una legge che permetta alle persone malate terminali di farsi sedare, fino alla morte, nei casi in cui il loro decesso sia prevista nel giro di poco tempo.
L’Eliseo ha appena ricevuto il rapporto sul fine vita elaborato dal deputato socialista Alain Claeys e da quello dell'Ump Jean Leonetti. Il senso della loro proposta, condivisa dal presidente, è che un paziente colpito da una malattia incurabile che si trovi in fase terminale possa avere il diritto di trovare la morte evitando di soffrire. Ma il dibattito sul fine vita ( 538em;">e sul rapporto consegnato a Hollande) è molto acceso in Francia e suscita prese di posizione diverse, tra cui quelle di chi invita a prendere parte, il prossimo 25 gennaio, alla "Marcia per la vita" che, oltre ad altri temi (il no all'aborto) avrà al centro il rifiuto della pratica dell’eutanasia.
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