Se c'erano dei problemi all'aeroporto di Sharm el-Sheikh, gli inglesi avrebbero dovuto dirlo prima che accadesse il disastro aereo del Sinai. Ad accusare i funzionari britannici è Khaled Fouda, governatore del Sinai meridionale, che al Telegraph spiega che delle falle nella sicurezza nessuno si era mai lamentato.
"Ogni due mesi un team britannico viene a controllare il nostro equipaggiamento e le nostre procedure", accusa il funzionario statale egiziano, sostenendo che è sempre arrivato soltanto una via libera e incredulo del fatto che ora, e solo ora, vengano sollevati dubbi sui controlli allo scalo della località turistica.
Fouda replica stupito alla decisione di Londra di fermare i voli diretti a Sharm, una decisione presa anche dai russi, chiarendo che di controlli ce ne sono stati durante tutto l'anno. E che se qualcosa andava fatto notare, nessuno ha mai aperto bocca.
Nei giorni successivi al disastro dell'Airbus Kogalymavia/Metrojet a sollevare dubbi sui controlli erano stati anche i turisti. Un cinquantenne dello Yoskshire aveva raccontato a Sky News di come bastassero poche sterline, e il tacito consenso di un uomo dell'esercito, per saltare i controlli.
E se la scorsa settimana un controllo d'emergenza aveva rivelato delle falle, soprattutto nel controllo del sistema di handling dei bagagli, ora dall'Egitto puntano il dito e chiedono perché nessuno abbia detto nulla prima, mentre i giornali più vicini al regime accusano i media occidentali di dare per scontato che la responsabilità del disastro sia da attribuire all'Isis.
Manca ancora una certezza su quanto è accaduto nel Sinai, ma l'ipotesi ritenuta al momento più probabile è quella di una bomba messa a bordo da uomini del sedicente Stato islamico, che agisce anche in Egitto, dopo che i jihadisti di Ansar Bayt al-Maqdis hanno giurato fedeltà ad al-Baghdadi. Comunque sia andata, il rischio per l'Egitto è quello dell'implosione del settore turistico.
Otto prenotazioni su dieci sono già state cancellate nei giorni scorsi e ieri il presidente Abdel Fattah al-Sisi si è recato a sorpresa in visita a Sharm, mentre il ministero del Turismo annunciava di essere
pronti a mettere in campo un piano milionario per frenare l'esodo dei turisti. Il rischio è che il settore, fondamentale per l'economia locale, subisca la stessa sorte della Tunisia dopo gli attacchi al Bardo e a Sousse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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