La voglia di giustizia sociale infiamma le ferrovie svizzere, in una particolare rivisitazione in salsa elvetica del celebre brano di Francesco Guccini La locomotiva, in cui il protagonista "Pensava al magro giorno della sua gente attorno, pensava un treno pieno di signori". In un'intervista concessa all'emittente televisiva TSR, la televisione svizzera in lingua francese, il vicepresidente della sezione di Friburgo della Gioventù Socialista Svizzera Yvan Rime ha affermato che: "Lo spazio non deve essere un privilegio dei ricchi. I trasporti pubblici sono a disposizione, senza distinzioni, dell’insieme della popolazione e devono smettere i trattamenti particolari per chi ha più disponibilità finanziarie", denunciando inoltre il sovraffollamento a cui sono costrette le seconde classi nei treni delle Ferrovie Federali Svizzere, quando allo stesso tempo nella prima classe le condizioni di viaggio sono invece ottimali.
Una protesta che nei mesi scorsi aveva già riguardato la tratta ferroviaria Friburgo-Berna, una delle più critiche dell'intero sistema di trasporti nazionale. Negli ultimi anni il governo federale ha infatti investito molto, al pari degli altri stati europei, nella rete ferroviaria ad alta velocità, trascurando però le tratte locali e condannandole così al fenomeno del sovraffollamento. In risposta alle dichiarazioni di Rime, il consigliere nazionale del Partito Popolare Democratico Fabio Regazzi, membro della Commissione Trasporti del Parlamento di Berna ha affermato che la differenza tra prima e seconda classe deve essere mantenuta, pur ammettendo che il servizio ferroviario nazionale potrebbe fare uno sforzo in più per alleviare i disagi dei passeggeri, specialmente durante le ore di punta: "Chi paga un costo maggioritario nel suo abbonamento ha il diritto di avere un privilegio e nelle ore di punta si ha difficoltà a trovare posto anche in prima classe. Non è automatico avere sempre questo piccolo privilegio".
Contraria alla proposta anche la Zvv, il sistema ferroviario della città di Zurigo, secondo la quale le percentuali di spazio guadagnato dall'abolizione della prima classe sarebbero risibili, arrivando al massimo al 20%, e aggiungendo inoltre che: "Per alcuni clienti la prima classe è un requisito fondamentale, altrimenti non prenderebbero il treno". Della stessa opinione Marco Salvi, esponente del think tank liberale Avenir Suisse, che sostiene: "Con i loro biglietti maggiorati i passeggeri di prima pagano il servizio anche per quelli della seconda. Se scomparisse davvero a rimetterci sarebbero proprio loro”.
Nonostante i numerosi pareri di segno opposto, Yvan Rime afferma infine che il cambiamento sarebbe
perfettamente sostenibile sul lungo periodo, sostenendo: "Le differenze di prezzo e negli spazi non sono solo deleterie ma creano una barriera sociale che costruisce muri e impedisce alla persone di incontrarsi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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