Doveva essere un controllo di routine quello degli agenti di polizia di Jeffersonville, Indiana, che hanno bussato alla porta di Tammy Jo Blanton. I colleghi, vista l'assenza prolungata dal lavoro, ne avevano denunciato la scomparsa alle autorità. Ad accoglierli alla porta non c'era la proprietaria di casa, ma il suo ex compagno, Joseph Oberhansley. Gli agenti, insospettiti da una ferita sulla mano dell’uomo, non si sono fidati delle sue rassicurazioni e hanno fatto irruzione in casa.
Durante la perquisizione gli agenti hanno trovato la porta del retro sfondata e macchie di sangue per tutta l'abitazione. Nella tasca dei jeans dell'uomo un coltello sporco di sangue e dei capelli. Nella vasca da bagno il corpo della donna coperta con un telo. Il corpo aveva subito l'asportazione di alcune sue parti e la parte anteriore del cranio presentava una deformazione singolare.
Una volta passati alla cucina, buona parte dei dubbi degli inquirenti ha avuto risposta. Sulla tavola apparecchiata per il pranzo hanno rinvenuto un piatto con dentro una parte di osso cranico e sui fornelli una padella sporca di sangue e qualche residuo di carne cotta. Schiacciato dall'evidenza delle prove, la confessione del cannibale 33enne è arrivata in breve tempo.
"Ha confessato di aver rotto la porta sul retro della casa e anche quella del bagno dove Blanton si era rifugiata.
Ha ucciso Blanton colpendola più volte con un coltello e ha ammesso di aver mutilato il suo corpo, utilizzando un seghetto per aprire il cranio. Egli ha inoltre ammesso di aver cucinare una parte del suo cervello e di averne invece mangiato un’altra parte cruda” , ha spiegato la polizia.
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