Voleva uccidere Basuki Tjahaja Purnama - il governatore cristiano di Giacarta - e colpire diversi luoghi di culto nella città di Bogor, in Indonesia. Per questo, il terrorista Arif Hidayatullah, arrestato lo scorso 23 dicembre, è stato condannato ieri a sei anni di reclusione.
Durante le indagini gli inquirenti hanno scoperto che il jihadista incriminato ha avuto stretti contatti con Bahrun Naim, il miliziano indonesiano sospettato di essere l’ideatore degli attentati che il 14 gennaio hanno sconvolto il Paese.
L’intelligence sostiene che i due avrebbero comunicato più volte sulla piattaforma di Telegram. In particolare, Bahrun Naim – che in questo momento è irraggiungibile e molto probabilmente si trova in Siria a combattere nelle fila del Califfo Abu Bakr al Baghdadi -, avrebbe fornito le istruzioni necessarie per procurarsi il materiale che sarebbe servito a confezionare gli esplosivi da utilizzare negli attacchi. Ma non solo. Secondo la polizia avrebbe anche inviato ad Arif Hidayatullah circa 1.300 dollari.
Basuki Tjahaja Purnama, cristiano di etnia cinese, come riporta l’agenzia di stampa Asia News, “è uno dei pochi politici indonesiani che lotta in prima fila per la libertà di coscienza”. Lo scorso giugno, il governatore si era opposto all’obbligo imposto alle studentesse di Giacarta di indossare il velo islamico.
Dopo la morte di Santoso – il ricercato numero uno del Paese, leader di East Indonesia Mujahidin (MIT) –, ucciso dalla polizia durante uno scontro a fuoco nella zona di Poso nel luglio scorso e l’arresto del numero due Mohammad Basri avvenuto a settembre, il governo indonesiano continua senza sosta la sua lotta al terrorismo.
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