L'Italia sarebbe disposta ad appoggiare la Gran Bretagna nella sua richiesta a Bruxelles per un'Unione europea a due velocità, in cui venga formalizzata la distinzione fra gli Stati membri dell'eurozona e i nove che ne rimangono fuori. Lo sostiene il Daily Telegraph, secondo cui un documento in questo senso è circolato tra Londra e Roma dopo l'incontro al Foreign Office nella capitale del Regno Unito tra il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, e il collega Paolo Gentiloni, a inizio ottobre.
L'iniziativa rientrerebbe fra i preparativi del premier David Cameron che a novembre dovrà presentare alla Commissione europea le richieste per riformare i rapporti tra Londra e Bruxelles, in vista del referendum sulla "Brexit", l'uscita del Regno Unito dall'Ue, che dovrà essere convocato entro il 2017.
Per il giornale inglese, che non cita alcuna fonte, la collaborazione "dietro le quinte" con l'Italia nella ridefinizione di un'Unione più integrata rispetto a quella che resta fuori dal'Eurozona è molto prezioso per Londra, in quanto "l'Italia sarebbe il primo Paese fondatore dell'Ue e il primo Paese importante dell'Eurozona ad appoggiare le richieste della Gran Bretagna". Finora, infatti, nessun maggiore Paese dell'eurozona ha sostenuto apertamente la posizione britannica.
L'edizione domenicale del Telegrah aveva già fatto trapelare delle indiscrezioni sui quattro punti chiave che il premier conservatore britannico intende mettere sul tavolo dei negoziati con Bruxelles.
Non si tratta di condizioni di poco conto quelle suggerite ai vertici europei per giocare a loro favore nella lotta ai venti antieuropeisti che soffiano forte sull'isola della regina Elisabetta II.
Tra le richieste ci sarebbero una dichiarazione esplicita di Bruxelles che garantisca a Londra di potersi sottrarre a qualunque passo verso "un superstato europeo" e un'altra che escluda anche in futuro l'euro come moneta unica ufficiale dell'intera Ue.
Al terzo punto, Cameron vorrebbe la possibilità di adottare una sorta di "cartellino rosso" che permetta al Regno Unito di respingere, fermare o bypassare la legislazione europea su alcune materie. E infine, una nuova struttura di governo dell'Ue che tuteli di più i 9 paesi esterni all'eurozona rispetto alla maggioranza automatica degli altri 19.
4671px;">Lo stesso Telegraph nota comunque che, anche se accolto, tale pacchetto non sarebbe in grado di convincere gli euroscettici, appena organizzatisi per la campagna referendaria in una larga coalizione del no. Senza contare che, secondo analisti citati dalla Bbc, ben difficilmente gli ultimi due punti potranno essere accettati a Bruxelles nei termini riferiti dal giornale.
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