È stata ribattezzata la "casa degli orrori", quella dove 13 ragazzi erano costretti a vivere, prigionieri dei loro stessi genitori, picchiati, incatenati e denutriti.
Il caso era emerso nel gennaio dello scorso anno, grazie al coraggio di una delle figlie della coppia di Riverside, in California, che era riuscita a scappare dalla casa in cui era prigioniera e chiamare il 911. All'operatore che aveva risposto alla chiamata, la ragazza aveva raccontato di essere tenuta segregata in casa dai genitori, insieme ai suoi 12 fratelli: "I miei genitori ci picchiano. Adesso le mie sorelle sono legate con delle catene", aveva detto la 17enne.
Quando le era stato chiesto dove si trovasse, la ragazza non aveva saputo rispondere, perché non era mai uscita di casa, prima d'ora. Allora, le forse dell'ordine avevano localizzato e l'avevano trovata, individuando anche la "casa degli orrori": David Turpin, 57 anni, e la moglie Louise tenevano prigionieri i propri figlia, picchiandoli e permettondigli di lavarsi raramente. La ragazza, infatti, aveva rivelato di essersi lavata l'ultima volta più di un anno fa e che in casa spesso "non si respira".
La maggior parte dei 13 figli della coppia, di età compresi tra i 2 e i 29 anni, inoltre, non erano mai usciti dall'abitazione e non erano mai andati a scuola.Ora, i genitori rischiano una condanna a 25 anni di carcere, per aver trasformato la loro casa in una gabbia per i figli.
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