Aveva lasciato la Germania per unirsi all'Isis e ora l'Iraq ha deciso di condannarla a morte. La 30enne, di origini maracchina, è stata ritenuta colpevole di "sostegno logistico e aiuto a un'organizzazione terrorista per commettere crimini" attraverso una sentenza emessa dalla Corte penale centrale di Baghdad. È la prima volta che la giustizia irachena decide la pena di morte per una donna europea.
Secondo quanto riportato dalla portavoce del tribunale, "l'accusata ha ammesso negli interrogatori di aver lasciato la Germania per la Siria e poi l'Iraq per unirsi all'Isis, con le due figlie che hanno sposato membri dell'organizzazione terrorista". Ora la donna ha 30 giorni per presentare ricorso, dopo questo periodo potrà essere uccisa. La 30enne aveva portato con sè le sue due figlie, le quali si avrebbero poi sposato due membri dello Stato Islamico. Una delle due figlie, però, avrebbe perso la vita.
Almeno altre due donne tedesche sono in carcere in Iraq, l'adolescente Linda Wenzel e Fatima M., di origine cecena. A settembre lo stesso tribunale iracheno aveva condannato a morte un jihadista russo arrestato a Mossul, mentre a dicembre uno svedese d'origine irachena è stato ucciso con altri 37 condannati per terrorismo.
I servizi tedeschi stimano che 910 persone abbiano lasciato la Germania per unirsi all'Isis in Iraq o
Siria, circa un terzo dei quali è rientrato in Germania, fra cui 70 persone considerate combattenti. Altri 145 sono stati uccisi. Secondo un dossier dell'istituto di ricerca Soufan, 190 tedeschi erano partiti con i figli.
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