Ancora tensioni in Ucraina. Una esplosione di fronte al parlamento ucraino ha causato decine di feriti e anche alcuni morti tra le forze dell'ordine. Durante le proteste, infatti, è scoppiata una granata lanciata da un manifestante.
A causare vittime, questa volta, non sono le armi nell'Est del Paese, anche se gli scontri sono ovviamente collegati a quella vicenda. Oggi il Parlamento ucraino si è riunito per dare il via libera in prima lettura al progetto di riforma costituzionale che concede maggiore autonomia ai territori orientali filorussi, ora in mano ai ribelli. La decisione, che ha visto favorevoli 265 deputati (servivano 226 voti positivi), ha scatenato vivaci proteste all'interno del Parlamento e scontri all'estero. Contrapposizione che ha visto fronteggiarsi alcuni manifestanti nazionalisti con la polizia. I dimostranti, armati di mazze di legno, gas lacrimogeni e sventolando le bandiere del partito di estrema destra "Svoboda", hanno attaccato la Guardia Nazionale. Durante le colluttazioni, un manifestante avrebbe lanciato una granata che ha provocato diversi feriti (un centinaio della Guardia Nazionale) e - secondo quanto affermato dal sindaco di Kiev Vitali Klitschko al canale ucraino 112.ua - anche la morte di alcuni agenti.
Il capo della polizia ucraina, Aleksandr Tereschiuk, ha confermato che sono 30 i manifestanti fermati, tra cui anche il responsabile del lancio della bomba che avrebbe ucciso alcuni poliziotti.
Intanto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, non ha escluso un nuovo incontro secondo il formato già visto in Normandia per cercare una soluzione alla crisi Ucraina.
Parlando in conferenza stampa a Berlino, la Merkel ha annunciato di aver avuto una telefonata con i capi di Governo di Francia, Russia e Ucraina, anche se non ha indicato alcuna tempistica in merito alla possibile riunione. "Si cerca - ha detto la Cancelliera tedesca - di portare avanti il processo" che "purtroppo va avanti più lentamente di quanto si pensi".E lo si può capire anche dagli scontri di questa mattina a Kiev.
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