Kim Jong-Un è terrorizzato: teme il "piano decapitazione" come Bin Laden

Il leader supremo nordcoreano teme un blitz di americani e sudcoreani per togliergli la vita: i Navy Seal continuano ad addestrarsi sulla portaerei Vinson

Kim Jong-Un è terrorizzato: teme il "piano decapitazione" come Bin Laden

Tutti i grandi dittatori della storia, prima o poi, hanno avuto paura degli attentati e Kim Jong-Un non fa eccezione.

La Guida suprema della Corea del Nord, in carica del 2011, ha iniziato a temere seriamente per la propria vita. Gli ultimi mesi di crescente tensione con gli Stati Uniti, soprattutto dopo l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, ne hanno messo a dura prova la tenuta nervosa.

Nonostante nelle dichiarazioni pubbliche continui a mostrarsi spavaldo, il leader di Pyongyang si dimostrerebbe sempre più paranoico, adottando ogni giorno nuove strategie per garantire la propria sicurezza.

Un reportage di Guio Olimpio e Guido Santevecchi per il Corriere della Sera racconta di come Kim abbia ormai limitato i suoi spostamenti all'aperto alle ore prima del sorgere del sole e di come cambi spesso auto con quella dei suoi sottoposti, per evitare di essere riconoscibile nei viaggi. Le sue apparizioni in pubblico nei primi sei mesi dell'anno sono il 32 per cento in meno del 2016 e una fitta rete di spie è stata mobilitata per intercettare eventuali progetti di attentati.

A far tremare il leader nordcoreano, in particolare, una presunta operazione preparata da Usa e Sud Corea per "decapitare" la guida del regime in caso di guerra. Il particolare più inquietante sarebbe la presenza sulla portaerei Uss Carl Vinson del Team 6 dei Navy Seal: le teste di cuoio che sei anni or sono uccisero Osama Bin Laden nel compound in cui era nascosto in Pakistan e che ora incrociano davanti alla penisola di Corea.

Inoltre i sudcoreani hanno addestrato delle unità di élite ad infiltrarsi oltre confine, pronte per una missione speciale e segretissima.

Gli sviluppi nell'indagine sulla morte di Kim Jong-nam

Nel frattempo emergono anche nuovi dettagli sulla possibile dinamica della morte di Kim Jong-nam, il fratellastro della Guida suprema ucciso a febbraio in Malesia in circostanze che vanno ancora chiarite in profondità.

Il fratello del dittatore sarebbe stato visto incontrarsi nel resort turistico di Langkawi con un agente della Cia giunto appositamente da Bangkok. Le autorità malesi hanno ricostruito che durante questo appuntamento, durato un paio d'ore, i due si sarebbero scambiti informazioni e forse anche dei dati.

Da questo si potrebbe desumere che l'omicidio - portato a termine con ogni probabilità da due donne legate ai servizi nordcoreani - sia forse dovuto al passaggio di informazioni riservate a potenze straniere. Sta di fatto che anche questa vicenda ha contribuito ad alimentare il clima di sospetto e di terrore di cui si ammanta oramai qualsiasi vicenda che riguardi Pyongyang.

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