Negli ultimi mesi, l'Azerbaigian ha ripetutamente espresso la sua disponibilità a normalizzare le relazioni interstatali con l'Armenia, anche attraverso la firma di un accordo di pace che assicurerebbe pace, sviluppo e progresso duraturi nell’intera regione. Ciò perché il mio paese è convinto che non ci sia alternativa ad una normalizzazione delle relazioni tra i due paesi, basata sul riconoscimento e sul rispetto reciproco della sovranità e dell'integrità territoriale all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti. L'obiettivo di tale normalizzazione è la riconciliazione e la coesistenza pacifica tra l'Azerbaigian e l'Armenia
Nonostante i continui appelli alla pace dell'Azerbaigian, l'Armenia ha nuovamente scelto la via della guerra, non la via del dialogo e della pace. Le provocazioni mirate commesse dall'Armenia nei giorni scorsi rappresentano un’ennesima avventura militare della leadership dell'Armenia. Tali provocazioni sono iniziate con la visita illegale dell'ex ministro della difesa dell'Armenia in Azerbaigian, dove le forze di pace russe sono temporaneamente dispiegate, con lo svolgimento di riunioni militari, e successivamente circa 60 militari delle forze armate dell'Armenia si sono riversati in strada verso le posizioni dell'esercito dell'Azerbaigian a Lachin. Le posizioni dell'esercito dell'Azerbaigian hanno subito l'intenso bombardamento da parte delle forze militare dell’Armenia. Il 16 novembre, mentre respingevano le provocazioni armate dell'Armenia al confine di stato, 7 militari azerbaigiani sono caduti eroicamente e altri 10 sono rimasti feriti.
Tutto ciò dimostra che la parte dell'Armenia aggrava intenzionalmente la situazione e non è interessata a garantire la pace e la sicurezza nella regione, così come alla delimitazione dei confini con l'Azerbaigian. La situazione al confine è il risultato di pericolose idee revansciste e di rivendicazioni territoriali dell’Armenia contro l'Azerbaigian.
La leadership dell’Armenia e i politici in questo paese dovrebbero comprendere che questo approccio è molto pericoloso e dovrebbero agire in modo responsabile. Analizzando gli eventi degli ultimi 30 anni, risulta chiaro quanti problemi e distruzioni sono stati portati in Armenia dalla politica di rivendicazioni territoriali verso i paesi vicini.
La guerra patriottica e le sue conseguenze hanno dimostrato al mondo da quale parte fosse la verità. Sullo sfondo di 30 anni di tentativi dell'Armenia di ingannare il mondo intero al tavolo dei negoziati, mantenere sotto occupazione le terre dell’Azerbaigian, impedire il ritorno degli azerbaigiani espulsi da quei territori e ignorare il diritto internazionale, l’Azerbaigian, in conformità con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nella guerra di 44 giorni dell’anno scorso, ha liberato le sue terre dall'occupazione e ha ripristinato la sua integrità territoriale. La devastazione e le distruzioni senza precedente compiuta dall'Armenia durante i 30 anni nei territori occupati dell’Azerbaigian hanno rivelato la vera natura della parte armena. In un anno dalla fine della guerra le grandi opere di restauro e ricostruzione condotte dall'Azerbaigian nei territori liberati a spese delle proprie risorse e con il coinvolgimento di partner internazionali, tra cui l'Italia, hanno mostrato al mondo ancora una volta che il mio paese è la forza trainante di sviluppo, progresso e prosperità nell’intera regione.
Nonostante la pulizia etnica che l'Armenia ha commesso contro tutti gli azerbaigiani durante l’occupazione dei territori, l'obiettivo dell'Azerbaigian è reintegrare i propri cittadini di origine armena, che vivono nei territori in cui ha ripristinato la sua sovranità, nella vita economica, culturale e sociale dell'Azerbaigian. Inoltre, non c'è dubbio che gli sforzi dell'Azerbaigian per l’apertura di vie di comunicazione in tutta la regione porteranno grandi benefici all'Armenia, che è sovrastata da profondi problemi economici e sociali. Invece di valutare adeguatamente la nuova situazione nella regione e trarne vantaggio, l'Armenia non vuole ancora rinunciare al suo solito atteggiamento e alle sue pretese e rivedicazioni passate.
L'Armenia deve finalmente capire che non viviamo negli anni '90 del secolo scorso e che l’Azerbaigian è in grado di affrontare adeguatamente qualsiasi minaccia e provocazione militare contro la propria integrità territoriale all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Deve capire anche che i problemi esistenti devono essere affrontati e risolti con il dialogo, e non commettendo provocazioni militari contro l'Azerbaigian e provando a convincere il mondo intero delle prorie bugie.
La comunità mondiale dovrebbe condannare il proseguimento delle provocazioni militari da parte dell'Armenia contro l’Azerbaigain sulla base del revanscismo, invitare questo paese a non aggravare la situazione nella regione, a non ostacolare l'attuazione della dichiarazione tripartita e risolvere i problemi con i suoi vicini attraverso il dialogo.
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