L'accusa è gravissima: le autorità dell'Algeria, retta da decenni dal governo autoritario del presidente Abdelaziz Bouteflika, avrebbero abbandonato nel deserto del Sahara almeno 13mila migranti negli ultimi 14 mesi.
Secondo l'Associated Press, i profughi - in stragrande maggioranza provenienti dall'Africa nera - espulsi dal Paese maghrebino sarebbero stati semplicemente rilasciati fra le sabbie del deserto con l'ordine di camminare verso sud, in direzione del Niger e del Mali. Sotto la minaccia delle armi, migliaia di disperati fra cui donne incinte e minorenni, sarebbero stati costretti a mettersi in marcia senza cibo né acqua con temperature che arrivano anche a 48 gradi centigradi, andando incontro ad una morte sicura.
Il report di Associated Press ha raccolto una trentina di testimonianze di chi ce l'ha fatta: i più fortunati che hanno dovuto coprire le distanze minori in direzione della località nigerina di Assamaka. Testimonianze che parlano di marce della morte sotto il sole cocente, in violazione di qualsiasi diritto umano.
Un rappresentante dell'Unione Europea, citato da Ap, ha spiegato che le autorità di Bruxelles sono consapevoli di quanto accade ma che l'Algeria, in quanto Stato sovrano, ha la possibilità di espellere chi vuole dal proprio territorio a condizione che rispetti le leggi internazionali.
Algeri: "Campagna denigratoria"
Le espulsioni di massa si sarebbero intensificate soprattutto a partire dalla seconda metà del 2017, quando le pressioni politiche dell'Europa sui Paesi di transito come l'Algeria avrebbero spinto i governi degli Stati nordafricani a un giro di vite sui flussi in arrivo dalle regioni sub-sahariane.
Le autorità algerine, che non hanno fornito dati ufficiali sulle espulsioni di massa, hanno rifiutato di commentare le accuse emerse nel reportage, parlando invece di una campagna denigratoria olta a screditare l'immagine del Paese a livello regionale.
Algeria e Tunisia rifiutano di ospitare i centri migranti
608px;">L'Algeria, che non ha ricevuto fondi europei per la crisi migratoria ma ha ricevuto 111,3 milioni di euro in aiuti negli ultimi quattro anni, ha recentemente rigettato la richiesta europea di ospitare centri di identificazione dei richiedenti asilo diretti verso l'Europa. Lo stesso ha dichiarato questa mattina in un'intervista il ministro degli Esteri della Tunisia Khemaies Jhinaoui.
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