L'ambasciatore Usa in l'Unione europea e testimone chiave dell'inchiesta sul possibile impeachment di Donald Trump, Gordon Sondland, è stato accusato di molestie sessuali da tre donne. Secondo quanto pubblicano il Portland Monthly magazine e il sito di giornalismo investigativo Propublica, il diplomatico avrebbe compiuto dei ricatti sessuali e tentato delle avances su diverse donne prima della sua nomina ad ambasciatore.
Proprietario di una catena di alberghi, Sondland aveva donato un milione di dollari alla campagna di Trump e oggi è uno dei testimoni chiave dell'inchiesta di impeachment del presidente americano. Ora, a travolgerlo, la pesante accusa di molestie sessuali.
Le accuse
Sono state tre donne a puntare il dito contro l'ambasciatore statunitense. Tutte hanno raccontato una storia simile che inizia con un pesante approccio da parte del diplomatico e finisce con una "punizione" sul piano lavorativo. Una delle donne era una potenziale partner di affari invitata da Sondland a visitare la stanza di un albergo di sua proprietà. Nella camera, l'uomo avrebbe cercato di baciarla, ma la donna si sarebbe opposta fermamente. Poi la ripicca: Sondland non investì più nel suo business. Anche la seconda donna, collaboratrice di Sondland, una volta rifiutate le pesanti avances sarebbe stata penalizzata sul lavoro. La terza, una giovane ragazza di 27 anni, si sarebbe vista ritirare un'offerta di lavoro dopo essersi sottratta dall'abbraccio dell'uomo che avrebbe tentato di baciarla buttandosi su lei.
Gordon Sondland ha subito smentito le accuse. "Queste accuse false di palpeggi e baci non voluti sono inventate e io ritengo che siano state coordinate per scopi politici. Non hanno alcun fondamento e le smentisco categoricamente", si legge in una nota del diplomatico. Anche il suo avvocato, Jim McDermott, è intervenuto sul caso sottolineando la tempistica della pubblicazione dell'articolo che potrebbe essere considerata come "una forma velata di intimidazione di testimoni".
L'impeachment
Dopo lo scoppio dello scandalo del Kievgate, come ricorda AdnKronos, Gordon Sondland aveva subito difeso la correttezza sua e del presidente Trump nelle relazioni con l'Ucraina. Di fronte alle deposizioni che descrivevano in modo diverso il suo operato, il diplomatico ha poi cambiato versione, ammettendo le pressioni improprie e dicendo di aver agito sempre e solo per diretto ordine del presidente americano.
"Volete sapere se ci fu uno scambio, un quid pro quo? Bene, la risposta è sì. Tutti erano informati nessuno era fuori dal giro", aveva dichiarato l'ambasciatore nel quarto giorno di audizioni pubbliche davanti ai deputati della Commissione Intelligence.
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