Non solo le sofferenze in Iraq e Siria. I cristiani vengono perseguitati anche in Pakistan, come ha tristemente dimostrato il caso del ministro delle minoranze Shahbaz Bhatti, ucciso il 2 marzo del 2011 dai fondamentalisti islamici. Bhatti era in prima linea per difendere la libertà religiosa del Paese. Un ruolo troppo ingombrante per gli estremisti. In Pakistan, infatti, basta inviare un sms che venga giudicato blasfemo per rischiare punizioni corporali o, ancor peggio, la morte.
Monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, combatte non solo per la libertà di fede e di espressione dei cristiani, ma anche per tutte le minoranze pachistane. Una battaglia impossibile senza l'aiuto dell'Occidente. Per questo motivo, sua eccellenza verrà in Italia, accompagnato da Aiuto alla Chiesa che soffre, associazione che, grazie anche all'aiuto dei lettori de Il Giornale e de Gli Occhi della Guerra, ha raccolto oltre 40mila per i profughi cristiani di Erbil.
La mattina del 2 marzo, proprio in occasione dell'anniversario della morte di Bhatti, monsignor Coutts sarà in Regione Lombardia, per parlare delle difficoltà dei cristiani in Pakistan mentre il pomeriggio, alle ore 15.00, incontrerà i lettori de Il Giornale (per partecipare si può telefonare allo 02.85.66.445 oppure scrivere una mail a donazioni@gliocchidellaguerra.it).
Monisgnor Coutts porterà la propria testimonianza: "Essere cristiani in Pakistan è una sfida dura e quotidiana.
Non sappiamo mai quando possiamo diventare obiettivi di intolleranza e pregiudizio. Si vive nell’apprensione, nella paura che una parola possa trasformarsi in una condanna. È successo ad Asia Bibi, ma in Pakistan di casi del genere ce ne sono decine e decine".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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